Leo Morsut, il dottore sempre più dotto

di Lanfranco Dallari

29/04/2010

Leonardo Morsut vicino al pianoforte al microfono di Lorenzo DallariLeonardo Morsut vicino al pianoforte al microfono di Lorenzo Dallari
Leonardo Morsut vicino al pianoforte al microfono di Lorenzo Dallari
Leonardo Morsut è stato un grande giocatore, grandissimo per la precisione, persona dotta e piacevole, che ha fatto una scelta di vita tanto atipica quanto encomiabile, ha abbandonato il volley giocato rinunciando ad una fantastica carriera in serie A e alla maglia azzurra per dedicarsi allo studio e alla ricerca, preferendo la scienza ai contratti faraonici del volley. Leo è l’emblema del bravo ragazzo, molto educato, intelligente, ironico, semplice al tempo stesso, un autentico esempio per tutti, con idee sempre estremamente chiare, determinato a seguire assiduamente il percorso che aveva mentalmente ben chiaro fin da giovanissimo. Musicista fantastico, è sempre proiettato ad aiutare chi è in difficoltà: al matrimonio ha rinunciato ai regali chiedendo agli invitati di fare una donazione ad una associazione ONLUS che aiuta i bambini e le bambine dell'Uganda vittime delle violenze della guerra civile di qualche anno fa ( www.marlawoti.org)
E’ prossimo alla seconda laurea, la ricerca scientifica è la sua vita. Descrivici il tuo percorso di studio.

“Sono laureato in Biotecnologie mediche, ho fatto il dottorato in Bioscienze, indirizzo Genetica e Biologia Molecolare dello sviluppo dal gennaio 2007 al gennaio 2010 su un progetto di embriologia nel laboratorio del professor Piccolo all'università di Padova. Sono a 3/4 del percorso della laurea triennale in Matematica, conto nel giro di un anno di potermi laureare. Attualmente ho un assegno di ricerca di 2 anni presso il laboratorio dove ho fatto il dottorato”.

Dalla palestra al laboratorio…una bella differenza!
“Gigante. Da ogni punto di vista. Sarebbe lunghissima la lista delle differenze!”

Cosa ti ha fatto fare questa scelta?
“Io ho sempre studiato con l'idea che da grande avrei voluto fare lo scienziato. Fin da piccolo quando mi chiedevano cosa volevo fare da grande dicevo lo scienziato, mica il pallavolista! Quindi quando ho visto che la possibilità di fare un dottorato serio mi stava sfuggendo, ho ben pensato di non aspettare oltre”.

Non ti sei mai pentito di questa scelta?
“No! non mi sono mai pentito, sono contento di essere qui centomila ore a lavorare per qualcosa in cui credo”.

Cosa ti ha detto Montali quando hai rinunciato al volley e alla nazionale di conseguenza?
Quella con Giampaolo è stata una telefonata interessante, lui ovviamente non se l'aspettava minimamente, mi ha chiesto cosa mi aveva fatto prendere una decisione così, ho provato a spiegarglielo, mi è anche sembrato che avesse più o meno capito...in realtà con Montali ho sempre avuto un ottimo rapporto. Lo reputo uno degli allenatori più bravi che ho avuto, credo che la stima fosse reciproca”.

Posso dire di aver avuto l'onore di riportarti su un campo di volley dopo quasi 4 anni?
Diciamo che il commento tecnico che mi hai fatto fare in televisione è stata la cosa più vicina al volley che ho fatto negli ultimi 4 anni. Non dico che il volley non mi manca, però ho un sacco di altre cose da fare... ammetto però di essermi divertito a fare il commento”.

Sei stato super anche in quel ruolo ....hai mai pensato ad una carriera in tv come commentatore?
Ti dirò, non so se questo lo vuoi scrivere, non ho mai visto di buon occhio gli ex giocatori che si riciclavano come commentatori, con alterne fortune…. però dopo l'esperienza che mi hai fatto fare mi devo un po' ricredere, è stato molto divertente; è bello parlare di qualcosa che conosci bene sapendo che puoi essere utile a far conoscere il volley un po' più da vicino”.

Ci sono ancora squadre che tentano di convincerti a tornare a giocare?
"Sì. L'ultimo che me lo ha chiesto è un ex compagno di squadra di mio fratello, 2 giorni fa, via facebook, non so neanche se sarei in grado…adesso sono un tennista... Mi fa comunque piacere che la gente si ricordi di me pallavolista, come quando tu durante la diretta hai ricordato uno dei miei colpi d'attacco… ed è anche un segnale di quanto sia visibile un pallavolista rispetto ad un ricercatore”.

Che effetto ti faceva quando ti descrivevano "Morsut il no global"?
Beh, che dire? Non capivo mai se era un complimento o un'offesa... sono ancora convinto che ci possiamo costruire un mondo molto migliore di questo”.

Diciamo che a vederti eri un giocatore atipico.... non sbruffone, educato, che girava per Trento in bici, che utilizzava la cabina telefonica...
“A parte ancora una volta la tua grande memoria, non saprei che dire...diciamo che da sempre faccio le cose che mi va di fare e per questo mi ritengo molto fortunato”.

Tutti ancora ti rispettano e ti vogliono bene. Al palasport di Padova il capitano Tovo, rivedendoti come una meteora, ti ha chiamato "Suà Maestà Morsut", che effetto ti ha fatto?
“Forte... anche i pallavolisti con cui non ho mantenuto contatti assidui, quando mi vedono mi sembra mi salutino volentieri questo mi fa piacere; non so bene a cosa sia dovuto, ma mi fa piacere. Io e Davide Tovo lui abbiamo giocato tanti campionati insieme, e abbiamo anche fatto qualche uscita. Comunque mi ha suggerito gentilmente di non andare più a vederlo giocare, visto che quella volta si è infortunato!”.

Leo è cresciuto, e tanto. Ti sei sposato, e ora attendiamo un Morsuttino….
Si, mi sono sposato lo scorso anno, ho due nipotini. Un figlio? Non vedo l’ora! Spererei di riuscire ad averlo a breve, entro uno o due anni, anche perché ormai ho una certa età…. Sono 30 quest’anno”.

Il tuo erede lo vedresti bene come pallavolista o come ricercatore? Qualcosa al volley dovresti ridarlo…..
Il figlio lo vorrei musicista, quindi nè ricercatore nè pallavolista! Scherzo, farà quello che vorrà. A me sarebbe sempre piaciuto, suono il piano, non ti ricordi?

Non mi dire che a tempo perso hai pure fatto il conservatorio!!! Ho sempre pensato che ti allenassi poco! Scherzo!
“Gestaccio…. Non ho fatto il conservatorio, ma suono il piano, abbastanza bene, ho anche suonato a Bologna alla presentazione di un campionato di volley, proprio dopo aver appeso le scarpe al chiodo. C’era tuo fratello a presentare, hai un testimone…. ci deve essere pure il video su internet se non mi credi! Ogni tanto suono anche l'organo ai matrimoni".

Leo da sempre ha un cuore d’oro, stai aiutando chi soffre con grandissima sensibilità in un grande progetto.
“Io e mia moglie assieme ad alcuni amici abbiamo fondato una associazione Onlus per aiutare i bambini e le bambine dell'Uganda vittime delle violenze della guerra civile di qualche anno fa, è un progetto in cui crediamo molto, maggiori informazioni si possono avere sul sito www.marlawoti.org , per il nostro matrimonio abbiamo chiesto invece dei regali una donazione per far crescere l'associazione”.

Cosa ti auguri dal tuo futuro magico Leo ?
“Mi piacerebbe riuscire a fare lo scienziato e per questo mi piacerebbe fare un'esperienza all'estero
e poi…. chi vivrà vedrà!”.


Chiusura intervista: è più facile riuscire a rivederti in campo o farti un’ intervista?
Mi sa che è più difficile rivedermi in campo a giocare, finora non è più successo, mentre interviste ne ho fatte, anche se non tante; comunque non è mai detto, quando diventerò vecchio per il tennis, magari mi torna voglia di dare due schiaffi al pallone!
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