Lettera aperta a Carlo Magri, presidente della Federvolley

29/10/2009

Carlo MagriCarlo Magri
Carlo Magri
Caro Carlo,
il Mondiale del 2010 ha finalmente preso il via ufficialmente con la serata di gala andata in scena al bellissimo Auditorium di Roma, durante la quale sono stati sorteggiati i 6 gironi dove sono state inserite le 24 partecipanti alla prossima rassegna iridata. Serata all'insegna dei ricordi, con le immagini dei tre Mondiali vinti dalla nazionale maschile, ben vivi nella mente mia e di quanti hanno avuto la fortuna di condividerli e di esaltarsi per un tris che ha definitivamente sdoganato la pallavolo: Rio de Janeiro 1990, senza dubbio il più bello, il più vivo, il più intenso in quanto il meno atteso; Atene 1994, la conferma tanto attesa e voluta; Tokyo 1998, centrato con un gruppo che aveva cambiato pelle ma non la propria mentalità vincente, l'unico della tua presidenza. In Giappone c'era Bebeto in panchina, che tu avevi avuto ai tempi di Parma per guidare la Maxicono dei miracoli a due scudetti conquistati come Davide contro Golia (Treviso di Benetton, Milano di Berlusconi, Ravenna di Ferruzzi), quel Bebeto che avevi scelto per sostituire Julio Velasco. Un Velasco ancora protagonista l'altra sera a Roma con qualche battuta di particolare efficacia: "Gli italiani pensano sempre a quello che non hanno invece che a quello che hanno. Cosa dovrebbero fare? pensare a quello che hanno". Metafora della vita coniugabile evidentemente anche in campo pallavolistico, di certo lo hai compreso anche tu. Devo tradurre? Pensa alla squadra che hai, pensa a richiamare in azzurro Fei e Zlatanov, pensa a dare fiducia senza remore ad Andrea Anastasi mettendo a tacere i tanti rumors che circolano per l'ambiente. "Per me l'obiettivo è venire a Roma, non certo superare i primi turni: sono onorato di allenare questa squadra e di difendere i colori dell'Italia nel prossimo Mondiale, e voglio onorare l'impegno che mi sono preso": queste le parole del Nano. Il quale poi, scendendo insieme a me le scale verso il foyer alla fine della serata, ha scherzato dicendomi: "A Milano spacchiamo le ossa a Egitto e Iran!". Sì, perchè l'urna è stata decisamente clemente con gli azzurri, pescando queste due avversarie, certo non irresistibili, per completare il girone A insieme al Giappone. Okay, sarà ordinaria amministrazione, poi verrà il bello, almeno speriamo. Sarà un gran bel Mondiale, ne sono certo, e come ha detto tu quando sei stato invitato sul palco "Dovrà essere il Mondiale di tutti quelli che amano la pallavolo": sono assolutamente d'accordo con te, almeno questa volta. E dovranno essere messe in campo tutte le forze per renderlo quel grande successo organizzativo che auspica anche il presidente del Coni Gianni Petrucci, uno dei tanti big presenti a questa vernice iridata. Sì, perchè bisogna ammetterlo, nel coinvolgere le forze politiche, le persone che contanto, sei secondo a pochi. L'altra sera ho visto tanti personaggi di peso, anche se non tutti in prima fila: addirittuta Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il fidatissimo di Berlusconi che ti ha garantito la lauta sovvenzione governativa; Rocco Crimi, sottosegretario allo Sport; Walter Veltroni, con il quale hai tessuto la prima trama della finale a Roma; Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria e probabile prossimo gevernatore della sua regione; il segretario generale del Coni Pagnozzi, Andrea Benetton, Santo Versace e tanti altri, sindaci, assessori vari. Complimenti davvero, in queste cose ci sai fare. Mi auguro dal profondo del cuore che tu sappia gestire al meglio anche il tuo popolo, quello del volley, e alludo a quello della periferia, chiamato a un ruolo fondamentale: dar vita a una macchina organizzativa complessa assai. Ho sentito qualche mugugno, ma forse fa parte delle regole del gioco. C'è chi è contento, chi fatica a trovare i soldi, chi chiede chiarezza gestionale. Tutto nella norma, dirai, visto che ormai sei abituato a gestirli da 13 lunghi anni. Adesso però sta arrivando il momento più difficile della tua gestione, perchè organizzare un Mondiale non è mica organizzare la festa di compleanno di un figlio: tante città impegnate, tante persone da motivare, tanti problemi da risolvere. Di certo con l'operosità e la fantasia tipiche degli italiani alla fine ci salterai fuori, ma forse forse dovrai cambiare registro rispetto al passato recente. Un Mondiale non è una tappa della World League...
Saranno dieci le città impegnate. Iniziamo dalle sei nella prima fase: il girone A si giocherà a Milano con Italia, Giappone, Egitto e Iran; il girone B a Verona con Brasile, Spagna, Cuba e Tunisia (molto bello); il girone C a Modena con Russia, Portorico, Australia e Camerun (molto brutto, dovranno superarsi per portare gente al PalaPanini); il girone D a Reggio Calabria con Stati Uniti, Argentina, Venezuela e Messico (non male); il girone E a Torino con Bulgaria, Cina, Francia e Repubblica Ceca (interessante); il girone F a Trieste con Serbia, Polonia, Germania e Canada (molto interessante). Poi Catania, Milano e Ancona nella seconda fase, Roma e Firenze per la terza fase, Roma, Modena e Firenze per le semifinali e le finali. Il fascino delle nostre città e la loro storia abbinate alla passione del popolo del volley, che potrà gustarsi il secondo Mondiale in Italia dopo l'indimenticabile Gabbiano d'Argento del 1978, in cui gli azzurri arrivarono secondi alle spalle della Russia.
Sarà un grande Mondiale, ne sono certo, come hanno confermato anche molti dei campioni di ieri e di oggi presenti l'altra sera nella capitale: un bel cast di medaglie d'oro, da Tofoli a Gardini (oggi vice di Anastasi), da Rosabla a Pasinato, da Zorzi a De Giorgi (sempre molto simpatico: "Zorro si chiedeva e ci chiedeva quanto durasse l'eternità"), da Gravina a Martinelli, da Masciarelli a Bracci ("Noi vincevamo perchè avevamo qualità tecnica"), da Lucchetta a Giani, da Sartoretti a Pippi. A vederli tutti insieme mi è venuta la pelle d'oca, ripensando a quello che hanno fatto di quasi miracoloso per lo sport italiano, e di certo anche tu ti sei emozionato quando li hai radunati tutti sul palco insieme a te. Sperando di poter fare altrettanto il 10 ottobre del prossimo anno con un gruppo più giovane, forse meno talentuoso, ma non per questo meno desideroso di centrare il poker mondiale.
Ti auguro che possa essere davvero il Mondiale di tutti quelli che amano il nostro meraviglioso sport, che per una sera uanmesso in un angolo beghe di cortile, polemiche e vecchie rogne. Così come auguro alla Rai di testimoniarlo come merita: so che sarà un immeso sforzo produttivo, conosco bene il progetto avendolo discusso per primo cinque anni fa con la Federazione Internazionale a più riprese, quando ancora l'Italia stava pensando di candidarsi all'organizzazione. Poi a Sky decidemmo altrimenti, i soldi in ballo erano decisamente troppi per un evento così circoscritto nel tempo. Lavorare contemporaneamente in tante città diverse, garantendo sempre il medesimo standard produttivo (che per contratto deve essere molto alto) non è impresa da poco, e comporta grande sinergia tra produzione, regia, giornalisti, commentatori. Un pazzesco lavoro di squadra.
Esattamente come dovrà fare Andrea Anastasi con i suoi ragazzi e come dovrai fare tu con l'esercito sterminato del volley italico. Per far sì che il Mondiale tenuto a battesimo l'altra sera a Roma possa concludersi nella Città Eterna con una marcia trionfale.
In bocca al lupo.
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