Lettera aperta a Marcello Gabana

15/11/2009

Marcello GabanaMarcello Gabana
Marcello Gabana
Caro Marcello,
sabato pomeriggio mi trovavo a Milano per lo splendido spettacolo offerto dal test match spettacolo di rugby tra Italia e All Blacks e a un certo punto il mio cellulare è letteralmente impazzito tra telefonate e messaggi che mi davano una notizia molto molto triste: il tuo elicottero era precipitato sul lago di Varese e tu avevi perso la vita insieme al tuo pilota Simone Detomi. Devo ammettere che mi sono raggelato e nemmeno il calore degli 80.000 di San Siro ha potuto distogliere la mia mente da quanto era successo: avevo perso un amico, non solo un eccezionale presidente di una delle squadre più importanti della pallavolo italiana. E questo ha cancellato la grande gioia provata per la vittoria delle azzurre nella Grand Champions Cup.
Come d'incanto sono tanti i ricordi che ti pervadono la mente in questi momenti, in cui vent'anni di conoscenza e frequentazione - pur se a spot - lascia tracce indelebili. Ci conoscevamo dal 1990, da quando un giorno Luciano Baratti, il presidente-gentiluomo di Montichiari, ci ha presentati nel vecchio pala: "Questo è Marcello Gabana, titolare dell'azienda che ci sponsorizza da quest'anno: la Gabeca. Di certo il nostro rapporto sarà lungo e di reciproca soddisfazione". Aveva ragione Luciano, come sempre. Ben presto ti sei visceralmente appassionato al nostro sport, sei diventato il primo tifoso della squadra, con la quale hai festeggiato anche due trionfi in Coppa delle Coppe, nel 1991 a Palma de Majorca e nel 1992 a Moers, dove la squadra allenata da Cocco De Rocco ha battuto la superfavorita Mediolanum Milano di Zorzi, Ctvrtlik, Lucchetta, Bertoli, Galli e Stork: e la mia telecronaca l'abbiamo rivista insieme due volte, era per te un motivo di vanto come per tutti i tifosi monteclarensi. Quei tifosi che quest'estate si sono sentiti abbandonati, dopo che hai deciso di trasferire la squadra a Monza per dissapori forti con l'amministrazione comunale. Sì, perchè dopo qualche anno da sponsor, te ne sei andato per tre anni a Brescia per fare la A2 nel Centro San Filippo e poi nel 2002 sei tornato a casa, a Montichiari, per rilevare la proprietà della società proprio da Baratti. Sempre buone formazioni, anche se mai approdate in semifinale, in pratica tutti i migliori giocatori del mondo, con intorno un entusiasmo pazzesco a un gruppo spesso rinnovato ma sempre competitivo, divenuto ben presto il principale veicolo di promozione dell'Acqua Paradiso, una delle aziende che hai acquistato in questi ultimi tempi.
Ricordo come ieri il giorno dell'inaugurazione dello stabilimento a Pocenia, ero lì insieme al presidente trentino Diego Mosna, al quale ti legava una grande amicizia poi scalfita dall'affare-Meoni. Quel giorno eri particolarmente sorridente e soddisfatto, perchè prendeva vita una tua nuova creatura, anzi in verità si trattava di due creature: l'azienda di acqua e quella vinicola. Sei sempre stato un grande imprenditore, questo non lo può contestare nessuno: illuminato, lungimirante, determinato. Del resto il mondo degli affari è fatto così, e tu con gli affari hai sempre avuto un gran fiuto. Avevi un carattere forte, molto forte, ma del resto io non ho mai visto imprenditori di successo con la tempra di una mammoletta: e negli anni hai saputo intelligentemente differenziare le tue attività, spaziando in più settori, creando alla fine un piccolo impero.
Con te ho sempre avuto un rapporto franco e leale: ogni tanto mi chiamavi per chiedere consigli di vario tipo, ogni tanto ci si vedeva a pranzo, senza un motivo preciso, nella tua Calcinato. Ricordo bene anche una volta in cui ci hanno servito funghi che hanno fatto passare a entrambi un brutto pomeriggio e una bratta serata... Si parlava di pallavolo e anche di tanto altro: di barche, la tua grande passione; di elicotteri, poi a te fatali; della tua casa in Costarica, dove mi hai invitato una decina di volte e dove - ovviamente - io non sono mai venuto.
Vent'anni passano in fretta, se li rivivi come un lampo. A me è accaduto oggi, e devo ammettere che i ricordi sono davvero tantissimi: le presentazioni delle squadre; la volta in cui mi chiedesti di svincolare Vullo da Telepiù, dove commentava le partite, per portarlo a Montichiari; la volta in cui a cena mi hai chiesto se volevo diventare socio della tua nuova banca (e io ti ho risposto che obiettivamente vivevamo in mondi un po' diversi...); le volte (plurale) in cui mi hai chiesto lumi per trasferire la squadra a Milano: è questo il motivo per cui non mi sono stupito quando mi hai chiamato per comunicarmi che questa volta avresti fatto sul serio e avresti portato tutto a Monza, era un'idea che coltivavi da almeno quattro-cinque anni. L'ultima volta che ci siamo incontrati è stato poco fa, al PalaIper in occasione della partita tra la tua Acqua Paradiso e Loreto: c'erano poche persone ma tu non eri preoccupato, io ti avevo dato la mia disponibilità a fare da mediatore disinteressato con Alessandra Fumagalli, l'attivissima presidentessa del Conzorzio Vero Volley. Credevo e credo infatti che fosse e sia assurdo per il bene della pallavolo che due realtà vivano antiteticamente gli spazi, laddove ci sia la possibilità di collaborare per fare crescere il movimento. Ti avevo quasi convinto a fare un pranzo insieme, e sono certo che prima di Natale ci saremmo riusciti. Purtroppo non c'è più tempo, il destino - spesso beffardo - ti ha rapito a tutti noi e soprattutto alla tua bellissima famiglia, a tua moglie Daniela e alle tue splendide figlie Sofia, Giulia e Claudia, di cui comprendo l'immenso dolore.
Ci mancherai, caro Marcello, anche se qualche volta eri molto forte nei toni e nelle parole, come ad esempio è successo nell'ultima assemblea di Lega: a volte però una voce fuori dal coro può essere pure importante, laddove venga sfruttata positivamente. Tu alla pallavolo hai saputo voler bene, dandole molto non solo economicamente, e adesso è giusto nutrire dubbi sul domani della tua società sportiva.
Ciao amico mio, e grazie di tutto, a nome di tutti quelli che hanno apprezzato il tuo modo di essere. Ricordati di noi nel paradiso dei pallavolisti.
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