L’Europa inizia a scegliere

di Luciano Pedullà

29/09/2011

L’Europa inizia a scegliere
Due interessanti giornate per incontrarsi con l’ambiente della pallavolo. Ci sono molti giornalisti, tutti i procuratori, tanti allenatori ma pochi manager delle società dei campionati di serie A, eppure ci sono la maggior parte dei dirigenti di Lega che si sono riuniti nelle stesse giornate per vedere quando e come riusciranno a far partire il massimo torneo. Una grande occasione, chi guadagnata e chi persa, per parlare di pallavolo per vedere la gioia dell’ex C.T. italiano Motta complice e protagonista del successo della Turchia contro le spente e abuliche Russe. Quarantotto ore per assistere all’ultimo scorcio di pallavolo internazionale ed ammirare, oppure no, la bellezza di questo sport; che è anche quello della squadra Turca vincitrice con un perentorio e meritato 3 a 0 contro una delle formazioni che avrebbero dovuto essere tra le più accreditate al successo finale, dimostrando che nella pallavolo si afferma sempre chi gioca meglio. Adesso in semifinale incontrerà la vincente tra Polonia e Serbia, due formazioni forti, indubbiamente, ma che hanno nella ricezione il loro tallone d’Achille, come è già successo per la formazione di Gamova, regina spodestata della pallavolo del Vecchio Continente. Darnel e compagne hanno battuto molto bene, limitando in questo fondamentale il numero di errori che era stato cospicuo nel match con l’Italia, mettendo a nudo tutte le difficoltà della Russia. Fa piacere vedere che l’impostazione di squadra data dall’allenatore è ancora un valido strumento: lo è stato nella gara tra i tecnici Motta e Kuzyutkin, con la squadra turca ordinata, equilibrata e combattiva in difesa, e quella russa in campo con un modulo poco adatto alla capacità di queste giocatrici, antico, contorto che limita l’attenzione di atlete già poco disposte a mettersi al servizio della squadra. Nell’altra semifinale l’Italia ha vinto con l’Olanda, stringendo i denti e soffrendo quando necessario ma raggiungendo l’obiettivo come da programma, sempre che qualcuno aveva potuto mai metterlo in dubbio. Le Orange viste all’Europeo, ben lontana dalla condizione del gruppo che vinse nel 2007 il Grand Prix e due anni dopo affrontò le azzurre per la conquista del ti-tolo continentale, è una squadra poco pungente con buone individualità tecniche ma con poca capa-cità di mettere in difficoltà la formazione di Barbolini, per il risultato finale. Le azzurre, nel corso della gara, hanno modificato qualcosa nel loro modulo e poco alla volta Leonardi, libero italiana, è ritornata a essere protagonista anche nel sistema di ricezione ottenendo percentuali all’altezza della situazione, migliori rispetto a quelle di Costagrande. L’Italia dovrà mettere a punto qualcosa nel suo gioco, in tempo per le semifinali dove, a meno di meraviglie, incontrerà la Germania, formazione compatta che grazie all’innesto di Grün ha preso fiducia; squadra capace in difesa e copertura e che può essere messa in difficoltà solo attraverso una battuta tattica ed efficace ma che al momento non sempre riusciamo ad esprimere con tutte le giocatrici. Per le azzurre potrebbe essere questa la finale: le altre squadre, al momento appaiono più agevoli per il gioco della Nazionale comandata da Lo Bianco.
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