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L'importanza del palleggiatore
L'importanza del palleggiatore
24/12/2007
Prof. Vincenzo Di Pinto
Prof. Vincenzo Di Pinto
Siamo all’epilogo del girone di andata del campionato di pallavolo 2007/2008. Le prime deduzioni confortano le società che hanno dato molta più importanza al ruolo del palleggiatore rispetto al passato; per la salvezza sono ormai evidenti (vedi Mattera a Latina o Esko a Padova), per il vertice ci sono degli indizi che il tempo, la possibilità di lavorare e il modo in cui i tecnici li guideranno nella crescita tecnica (alcuni) e di gioco, ci chiariranno. Le giuste riflessioni sono 3:
1) I palleggiatori arrivano a toccare quasi 1 su 3 dei palloni giocati, oltre a decidere la normale sequenza di un’ azione di volley: dopo ricezione, dopo copertura, dopo difesa.
2) Una squadra innanzitutto è influenzata dalla personalità dell’ allenatore e rifletterà i suoi alti e bassi emotivi, subito dopo però è il palleggiatore ad influenzare le caratteristiche emotive e psicologiche di una squadra.
3)costruisce o rompe la fiducia degli schiacciatori, dei ricettori, detta i tempi del gioco di squadra .
Alcuni risultati delle ultime giornate, condizionati dalla prestazione dei palleggiatori, hanno cambiato il “campionato della salvezza” rendendolo intrigante.
Perugia dopo quattro sconfitte vince con Milano senza Stokr. con una grande prestazione di Sintini allontanandosi dalla zona rossa.
Corigliano vincendo a Montichiari con uno straordinario Corvetta percepisce per la prima volta una reale possibilità di salvezza.
Infine il Latina vince con Taranto una partita di vitale importanza, grazie ad un grande prestazione del suo palleggiatore. Recupera la fiducia, potenziata dalla giusta scelta di riaffidare a Giordano Mattera il ruolo di palleggiatore, al posto del talentuoso e giovanissimo Zayztev, ma totalmente a digiuno di una vera responsabilità di gioco.
Rinverdendo quella massima del nostro campionato: la salvezza con i palleggiatori e lo scudetto anche con gli schiacciatori.
Premesso che dipende sempre dalla tipologia di squadra (Nuti è un palleggiatore da play-off tecnicamente completo), e che le squadre di bassa classifica spesso hanno budget economici bassi e devono saper fare i conti con il nostro duro campionato. I giovani alzatori , senza due o tre anni di A2, anche stranieri, hanno avuto sempre grandissime difficoltà, per esempio: Vermiglio il primo anno di A2 e secondo anno retrocessione in A1 con il Falconara;
Meoni retrocessione con Padova in A1;
Pinheiro retrocessione in A1 con Taranto;
Peter Blangé ha avuto grandi difficoltà nel primo anno a Catania, come anche Esko a Padova,
Grbic e l’americano Suxho a Montichiari, come anche Ahmed questo anno, infatti spesso gioca il bravo Tiberti. Ottima è la gestione e la crescita di Gonzales da parte di Prandi ,con un secondo molto bravo alle spalle e chiarezza nei ruoli e nella comunicazione. L’anno scorso Gonzales soprattutto all’inizio ha avuto difficoltà a Bassano in A2.
Un palleggiatore giovane deve fare esperienza usando tecniche e tattiche semplici, deve imparare a gestire una partita prima, ed un intero torneo dopo, con stabilità emotiva e precisione in gioco,in modo tale da diventare un
palleggiatore capace
,usando e perfezionando tecniche di alto livello , gestione della propria squadra , tattiche semplici e poche indicazioni sull’avversario. Successivamente studierà sistemi e tattiche di muro per imparare ad ingannarli, diventando cosi un
palleggiatore evoluto
.
Nel campionato italiano ci sono palleggiatori evoluti e completi tecnicamente tra i migliori al mondo :Riccardo, Meoni, Vermiglio, Grbic, Esko e poi Coscione,Nuti, Santini. Poi ci sono palleggiatori capaci che hanno bisogno di guida Pujol , Gonzales, Traviza , Mattera ed infine Zaizev che deve fare esperienza per diventare uno capace.
DIFFERENZE TRA UN PALLEGGIATORE CAPACE ED UNO EVOLUTO
1) LA PRECISIONE .
Il compito primario di un alzatore
è quello di distribuire una buona alzata da qualsiasi posizione mettendo l’attaccante nelle migliori condizioni. Richiede una crescita fisica che permetta una esecuzione del movimento senza eccesso di sforzo o di contrazioni non necessarie.
Per ottenerla bisogna aver sviluppato
la forza
delle dita che avvolgono la palla , polso, braccia, e gambe.
La velocità dell’alzata, la rapidità, con le corrette tecniche di spostamento per andare e trovare il giusto equilibrio sotto la palla ed allenato e percepito le varie traiettorie e i vari tempi.
La maggior velocità di esecuzione e precisione
(velocità di uscita dalle mani) E’ UNA GRANDE DIFFERENZA TRA I PALLEGGIATORI.
2) ATTEGGIAMENTO DISPONIBILE E STABILITA’ EMOTIVA.
Il fattore spugna
come lo chiama Doug Bill o come dice meglio Kim: l’ alzatore non è come il padre una figura autoritaria, ma come la madre che si mette al servizio
degli ospiti aiutandoli, sopportandoli, e responsabilizzandoli con la fiducia, anche quando gli schiacciatori si lamentano per non prendersi le responsabilità. Non esaltarsi troppo e non abbattersi per rimanere un costante e concentrato riferimento per la squadra , per non perdere il filo del gioco .
3) IL PALLEGGIATORE CAPACE.
Se sa essere preciso nelle alzate, sa stare sicuro in campo, sa utilizzare
una tattica semplice e perfeziona la tecnica di distribuzione con la posizione neutra e il gioco anticipato diventa un palleggiatore capace.
a) Se la nostra alzata permette un attacco forte contro un punto debole avversario, serve l’attaccante caldo, sa trarre vantaggi dai nostri attaccanti utilizzando quello che sanno fare meglio e che effettivamente fanno. Sviluppa il piano tattico dell’allenatore. Del muro avversario deve sapere solo se i centrali saltano o leggono.
b) POSIZIONE NEUTRA DEL CORPO.
Sotto la palla bisogna trovarsi sempre con le 10 dita che avvolgono la palla e polsi flessi , con braccia alte ed appena flesse, importantissime per la velocità di uscita della palla e per il controllo dei polsi e la precisione.,in modo da non farsi leggere in anticipo dove va l‘alzata dal muro avversario (palleggio di polso).
Quando la palla arriva positiva o a circa tre metri dalla rete, la posizione neutra comporta una posizione di fronte al posto quattro in modo tale da palleggiare i primi tempi con una leggera torsione del busto e lateralmente o corretta con il polso destro 2. In questo modo non si perde la neutralità. Se c’è una tendenza tecnica diversa deve saper alzare in quel modo nelle varie zone del campo o utilizzare qualche finta lo stesso vale quando la ricezione o la palla va nelle zone estreme due o quattro in cui bisogna saper capovolgere usando tutta la rete o oltre i tre metri in cui scompaiono i primi tempi ma non la posizione neutra per poter giocare in due, quattro e, raramente, in sei.
Per non perdere la precisione si attua una tecnica più elementare e prevedibile mettendosi sempre con le spalle in direzione al punto in cui si vuole palleggiare
c) GIOCO ANTICIPATO
Il palleggiatore cerca sempre la palla alta e con una uscita veloce dalle mani in modo da dare meno tempo al muro per leggere l’azione, riducendo il tempo che impiega la palla dalle sue mani al punto di contatto dello schiacciatore.
I tempi di gioco e le caratteristiche degli attaccanti vanno rispettate (alcuni attaccano palle morbide).
4) PALLEGGIATORE EVOLUTO
Un giocatore completo tecnicamente, capace di gestire con sicurezza la propria squadra, usando le chiamate di primo tempo per sviluppare i vari temi del gioco. Sa mantenere sempre una posizione neutra di fronte a battute tattiche che mirano a condizionare il palleggio. Sviluppa l’ultima tappa, cioè sconfiggere il muro avversario. Il palleggiatore deve palleggiare in modo imprevedibile, deve ingannare il muro avversario in modo da facilitare il compito agli attaccanti: senza muro, muro a uno, muro aperto, muro scomposto. La capacità di ingannare comunque non deve superare la propria abilità tecnica, per non incorrere in errori.. Deve conoscere i vari sistemi di muro, o eventuali organizzazioni di battuta- muro.
precedente:
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successivo:
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