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L'occasione mancata degli anni novanta
L'occasione mancata degli anni novanta
di Simone Serafini
19/03/2012
Igor Omrcen
Igor Omrcen
Non scriverò di cose che già hanno scritto tutti. Quindi non scriverò della fuga dei talenti dal campionato italiano. Della fuga dei cervelli pallavolistici si è già scritto tanto, è stato assodato essere un buon segnale - la scuola italiana di tecnica e tattica di volley - con tanti compatrioti sulle panchine di selezioni nazionali estere (
Abbondanza, Guidetti, Anastasi ora, Caprara, Prandi
non molto tempo fa) e altri al timone di club importanti (
Santilli, Bernardi
, per citarne un paio). Quindi non mi dilungo oltre su un bel Segno Distintivo Italico. Non scriverò invece che, lapalissianamente (si può dire? mah, nel dubbio non lo scrivo), le partenze di
Osmany Juantorena e Igor Omrcen
dal nostro campionato impoveriranno la nostra Serie A. La quale è già orfana di tanti campioni, quindi non scriverò, perché è inutile ricordarlo, che ormai in Italia non giocano più i migliori, ma solo alcuni dei migliori, basta guardare i roster delle prime tre nazionali all’ultima World Cup. Un brasiliano (
Vissotto
), zero russi, qualche polacco. Rimane una buona rappresentanza serba (ma
Nikola Kovacevic e Miljkovic sono
altrove) e bulgari. Gli statunitensi? Qualcuno. I nipoti di Fidel ovviamente non sono ad appannaggio di nessun torneo quindi esclusi dal conto. Non scriverò che qualche italiano manca, tipo
Lasko
(in madrepatria polacca) e
Valerio Vermiglio
(Russia), qualcun altro potrebbe mancare in futuro. Sarebbe superfluo ribadire che la versione femminile è decisamente accentuata: il sestetto di Azzurra è oltrecortina (
Lo Bianco, Del Core, Gioli, Costagrande, Cardullo
), più altre (
Anzanello, Angeloni, Ravetta, Fiorin, Sangiuliano
ecc ecc). Sarebbe da scrivere e provare a spiegare i perché e i percome, motivazioni-cause-ragioni della situazione attuale. Ma non è mio compito, io sono semplicemente un giocatore-professionista, appassionato-sentimentale ma realista-pragmatico, ci sarà qualcuno che meglio di me potrà spiegare- motivare- trovare cause e ragioni. Allora non scriverò quello che è il mio giudizio, che potrebbe stare a metà tra un “ce la siamo voluta” non sfruttando il boom pallavolistico di un paio di decenni fa per stabilizzare il sistema e “questa è la realtà”, economica e quant’altro, quindi il vento ora tira da un’altra parte. E players, coaches, insomma chi ci campa, apre le sue vele e naviga dove le condizioni meteo sono migliori. D’altronde, non lo scrivo io, l’ha già scritto qualcun altro una trentina d’anni fa: “siamo figli delle stelle, e pronipoti di sua maestà il denaro”. C’est l’histoire qui parle.
Ps. A proposito di Storia. In bocca al lupo a Trento. Non sono un amante delle statistiche, non so se qualcun altro ha vinto quattro Coppe Campioni di fila. Non importa, Trento la Storia Pallavolistica la sta scrivendo, nel weekend la possibilità di aggiungere un altro bellissimo capitolo.
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