Luca Monti, un debuttante già esperto per fare sognare Monza

di Adelio Pistelli

09/12/2010

Luca MontiLuca Monti
Luca Monti
La prima volta non si scorda mai, vero? "Vero e, si sta rivelando decisamente una bella esperienza". Luca Monti e l'A1, arrivata forse quando meno se l'aspettava dopo anni e tanti passati in provincia a caccia di risultati comunque preziosi. L'A1: un campionato che il quarantasettenne lombardo (è nato a Pavia) conosceva per stagioni importanti vissute a Milano e, ancora, in un recente passato a Modena (come secondo di Giani). Però Luca Monti l'A1, personalmente, non l'aveva mai presa di petto e forse aveva perso ogni speranza di guidare un team nel campionato da molti, ancora, riconosciuto come migliore al mondo.
Invece all'inizio dell'estate scorsa i dirigenti di Monza fanno squillare il suo telefonino e regalano a Monti la prima grande opportunità della sua lunga carriera.
"Ed ho iniziato a vivere situazioni di un altro mondo. Però la tanta gavetta di A2 mi sta aiutando in giornaliere problematiche assolutamente nuove ma ricche, comunque, di gratificazioni. Non è facile, lo sapevo. Hai continuamente novità professionali con le quali confrontarsi guidando una squadra da seconda fascia ma con obiettivi importanti da inseguire, anche a prescindere da quanto Monza possa già vantare".
Già, si tratta di un'eredità pesante quella lasciata da Mauro Berruto e anche per quanto è accaduto nell'ultima stagione, vero?
"E' importante più che pesante. Mauro ha fatto un grande lavoro, sfruttando al meglio le capacità umane che aveva a disposizione. Una stagione segnata da due vicende che hanno irreversibilmente lasciato l'impronta: l'improvvisa morte del presidente Marcello Gabana mentre era in atto il trasferimento di società e squadra da Montichiari a Monza con contorno di tante incertezze. E' stato difficilissimo per tutti, credo affrontare il dramma e continuare a giocare in un ambiente inizialmente freddo e distaccato. Berruto e la società , però, hanno gradualmente forgiato un grande gruppo raggiungendo insieme ottimi risultati, sia sportivi che per la continua ascesa del pubblico. Tutto ciò ha finito, però con il condizionare il nuovo campionato di Monza iniziato con particolari aspettative da parte dell'intero ambiente".
E per lei e il suo team ci sono stati subito problemii.
"Un calendario difficile non ci ha aiutato e quella vittoria centrata a Piacenza al via del torneo ha paradossalmente minato la nostra crescita".
Però ultimamente Monza sembra aver ritrovato la strada maestra.
"Lo diciamo a voce bassa ma qualcosa si è mosso e l'abbiamo capito anche e soprattutto giocando contro formazioni molto forti tecnicamente e dotate di panchine ricche di alternative. La scossa dopo il match con Cuneo, formazione che insieme a Trento e Macerata è da considerare inavvicinabile dal resto del gruppo. Contro i piemontesi abbiamo perso ma svoltato, prendendo confidenza con i nostri mezzi. A piccoli passi ci siamo incanalati nel nostro "vero" campionato che vogliano onorare al meglio, inseguendo qualche risultato
particolare, centrando intanto un posto per i quarti di coppa Italia. Sappiamo che sarà dura, ma ultimamente siamo una squadra nuova, carica di motivazioni".
Un buon trampolino per dare un senso preciso al torneo di Monza, per onorare il recente passato e per guardare tranquillamente al prossimo futuro.
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