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Macerata gioca, Modena invece no
Macerata gioca, Modena invece no
di Adelio Pistelli
23/02/2014
Prima considerazione:
Macerata c’è
. Seconda: la grande serata di un palleggiatore che a
Modena
lo scorso anno ha giocato bene e ha lasciato un gran bel ricordo. Terza: poi, il meraviglioso pienone nel
Tempio del volley
, con oltre cinquemila persone. Quarta: la presenza-non presenza del francese
Ngapeth
. Riavvolgiamo il nastro, adesso. Era un esame vero, per la Lube. Superato. Il team di
Giuliani
è passata a Modena con l’autorevolezza che era stata, per lunghe settimane, il marchio di qualità della formazione marchigiana. Concreta, spietata, cinica (in alcuni delicati ma rari momenti), Lube padrona nel giorno in cui dovevano arrivare particolari e significative risposte. Il fiato sul collo di
Piacenza
(che aveva vinto in anticipo) poteva diventare un peso in più per una formazione che, da sempre, va sottorete con addosso una pressione a volte eccessiva proprio del suo stesso ambiente.
Parodi
sta tornando ai suoi livelli,
Kovar
è in una condizione ottimale, la difesa ha dato garanzie, i centrali (oltre il 70% offensivo) sono certezze assolute, il polacco
Kurek
è nel bel mezzo di una graduale ritorno. E poi lui, il regista: bravo.
Baranowicz
è stato esemplare per come ha gestito il gioco dei maceratesi. Lo ha fatto con semplicità, con eleganza nel palleggio e con estrema disinvoltura quando la ricezione non lo aiutava. E davanti al suo ex pubblico, ha stravinto un solo fantasioso duello con il re di casa, il brasiliano
Bruninho
. Gli applausi che la tifoseria di casa ha riservato al regista della Lube (quando lo speaker annunciava il nome del migliore in campo), sono la prova provata del grande pomeriggio vissuto del regista Lube. Già, il pubblico modenese. Conoscenza della materia, l’amore per la pallavolo hanno portato dentro lo storico palas emiliano oltre cinquemila tifosi. Prima hanno spinto i propri eroi poi ha iniziato a seguire e –
perché no – anche a divertirsi pur se il match finiva gradualmente e saldamente nelle mani di
Zaytsev
(cinico e preciso anche dai nove metri) e compagni, fatta eccezione a metà del secondo parziale. Proprio quando il coach di casa
Angelo Lorenzetti
ha fatto rifiatare il nuovo arrivato Modena, il francese Ngapeth. E siamo all’ultima considerazione: il 37% offensivo, alcuni banali errori dello schiacciatore è solo l’ultimo anello di una serata che definire deficitaria è relativo. D’accordo, era all’esordio davanti ai suoi nuovi tifosi ma, forse, se avesse pensato di più a stare in campo come le sue doti tecnico atletiche gli permettono, invece di provare a provocare, pur se in maniera sottile ma evidente, i suoi avversari; se avesse cercato di dare qualcosa in più alla sua nuova squadra, magari la sua serata di presenza-non presenza sarebbe sicuramente passata in secondo piano. Chissà, magari le due iniziali e positive esibizioni di
Trento e Verona
lo avevano illuso. Chissà, magari si era dimenticato in fretta del valore del nostro campionato dove ci sono squadre e squadre...
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