Marco Meoni, "un Signore" in regia

di Adelio Pistelli

27/12/2011

Marco Meoni Marco Meoni
Marco Meoni
Il miglior commento arriva da Daniele Bagnoli. "Meoni ha dato una lezione di pallavolo". Il tecnico di Modena, uno tra i grandi indiscutibili ‘maestri’ di questa disciplina, dopo aver evidenziato la brutta partita (anche se vincente) dei suoi contro Verona, ha avuto un bellissimo pensiero per il regista padovano dei veneti. Le parole di Bagnoli diventano un preciso e significativo assist per aprire la parentesi su un grande giocatore (la partita contro Modena è stata una esibizione da incorniciare) e una grande persona.
Nessuno, infatti, ha dimenticato i problemi personali che il ‘Meo’ (come un po’ tutti lo identificano da anni e tanti nel mondo del volley) ha affrontato e reso pubblici, con ammirevole decisione la scorsa stagione.
Nessuno ha dimenticato il modo in cui ‘Meo’ è tornato gradualmente sottorete, riconoscendogli classe e serietà assolute dimostrate anche (e soprattutto) lontano da un campo di pallavolo. Adesso, quel periodaccio è solo materiale da archivio. Adesso, Marco Meoni è tornato padrone del suo mondo, dove è protagonista indiscusso dal torneo 1989-90. Da settimane è sempre, dovunque e contro chiunque, il giocatore-riferimento di una squadra che va particolarmente a caccia di soddisfazioni. Vero, la classifica dei veronesi magari lamenta qualche punticino anche per una serie di circostanze tecniche: qualche altro piccolo grande economico non aiuta. Però, a Verona ci sono certezze irreversibili che non potranno mai ad essere minate: una di queste si chiama Marco Meoni. Classe 1973, è uno dei pochi ‘artisti’ di una pallavolo-meraviglia. Vederlo giocare diverte; fa allegria per come commento un punto (esempio, le ace durante i cinque set contro Modena) o per come si rivolge ai suoi compagni, per il modo in cui va incontro ad ogni pallone.
Magari non sarà giusto ma inevitabilmente scatta il confronto con i ‘registi’ di oggi, molto più giovani del ‘Meo’, sicuramente carichi di buona volontà ma lontani anni luce da chi ha sempre (o quasi) regalato magie con qualsiasi maglia addosso: dai club alla ‘sua’ nazionale. Paragoni o no, Marco Meoni dovrebbe essere da esempio per chiunque voglia giocare nel suo ruolo e non solo. I filmati delle sue tante (e belle) gare dovrebbero essere mandate in circuito per far conoscere (e capire, se possibile) gran parte dei piccoli-grandi segreti professionali di questo palleggiatore.
Un esempio? I suoi “primi tempi”, una scelta tattica che hanno evidenziato nel tempo e continuano ad evidenziare la classe cristallina del ‘Meo nazionale’. Invece, nell’ormai sempre più saturo mondo di immagini (tantissime delle quali inutili e superficiali), sembra non esserci più posto per chi ‘inventa’ ogni volta, con eleganza e classe. Le parole di Daniele Bagnoli, rendono merito ad un giocatore che ha sempre curato anche i dettagli, insignificanti ai più.
E’ stato il primo ad avere sempre con se un piccolo asciugamano dietro i pantaloncini per frenare il sudore dopo ogni azione; è l’unico a conservare questa abitudine che non è banalità. La sua è solo e semplicemente consapevolezza anche delle piccolissime cose che aiutano a costruire grandi traguardi. Giù il cappello.
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