Metodologia di allenamento

Prof. Andrea Burattini

11/05/2007

Prof. Andrea BurattiniProf. Andrea Burattini
Prof. Andrea Burattini
Inizieremo con il trattare aspetti teorici relativi all’argomento per arrivare a degli esempi pratici. Diciamo subito che il nostro sport è una disciplina di:
1. Squadra
2. Situazione
1) Per quello che riguarda tale aspetto, dobbiamo tenere conto diversi fattori, tra cui l’interazione tra diverse persone: a tal proposito risulterà fondamentale la comunicazione interpersonale e l’amalgama con il gruppo.
Comunicazione interpersonale: sarà fondamentale individuare un leader e stabilire delle gerarchie nel gruppo, inoltre risulterà importante conoscere le personalità di ogni atleta, al fine di trovare per ognuno la chiave giusta per effettuare al meglio i vari interventi.
Amalgama del gruppo: sarà la parte più psicologica (nei team di serie A, a volte tale compito viene proprio assegnato ad un professionista, con i giovani deve essere svolto dall’allenatore stesso). Per migliorare tale aspetto un espediente è quello di introdurre momenti ludici (anche in riscaldamento), e di far trascorrere insieme più tempo possibile al gruppo.
Altro aspetto fondamentale per ottimizzare il rendimento di una squadra, è dato dall’importanza che si dà agli spazi ed alla gestione degli stessi, per esempio sarà importantissimo dedicare molta attenzione alla gestione degli spazi in ricezione, come quelli in relazione al muro, piuttosto che alla difesa o alla copertura.

2) In riferimento al fatto che il nostro sport è di situazione, bisognerà porre l’attenzione su alcuni aspetti ben precisi, primo tra tutti quello relativo all’automatizzazione dei gesti tecnici al fine poi di riportarli nella situazione di gioco che varia di volta in volta.
Sarà importante porre l’attenzione sul fatto di avere la capacità di scegliere sempre il gesto tecnico giusto al momento giusto.
Andiamo ora ad analizzare il gesto tecnico; negli sport di situazione, tale gesto è dettato da uno schema ben preciso:

Tutto nasce da una Percezione, data da degli analizzatori (visivi, acustici, tattili, vestibolari e cinestetici); da tale percezione nasce un’elaborazione tattica che sfocia nell’esecuzione, caratterizzata da: forza, velocità, resistenza e destrezza.
La percezione e l’elaborazione tattica, costituiscono la parte invisibile del gesto, mentre l’esecuzione è quella visibile.
Automatizzando un gesto, dalla percezione, si può passare direttamente all’esecuzione, utilizzando la memoria.

La spinta che fa nascere tale schema è la motivazione. Ci sono anche degli elementi che possono vincolare il risultato, come lo stress (elemento tipico degli adulti) e la creatività (tipica dei bambini).
Da questo schema si evince facilmente che per uno sport di situazione sono importante in ugual misura sia le capacità coordinative e condizionali che quelle visive e mnemoniche.
Non tutti gli allenatori (soprattutto dei settori giovanili) fanno eseguire, oltre agli esercizi per tecnica e destrezza, anche esercizi per la memoria, o per allenare ad analizzare il gioco momento dopo momento.
Possiamo quindi concludere dicendo che la migliore didattica per insegnare la pallavolo è:
Apprendimento tecnico (ripetizioni)
Automatizzazione dei gesti (esecuzione di movimenti senza porre l’attenzione al corpo, così facendo potremo stare più attenti a quello che ci succede attorno).
L’apprendimento della tecnica dei vari fondamentali è importantissimo, ma non conta molto senza l’applicazione di essa alla fase di gioco, situazione che diviene indubbiamente il momento fondamentale.
Tale momento dovrà essere presente in ogni fascia di età, dal minivolley fino alle squadre più evolute.
Con il gioco potremo avere inoltre in maniera rapida e costante il feed back con il quale riusciremo a capire dove dobbiamo lavorare di più e meglio…
Inoltre sarà fondamentale che ogni esercitazione abbia una finalità tattica, questa è la strada migliore per migliorare le capacità di gioco, quella che privilegia la crescita tecnica con finalità tattiche.
L’apprendimento, in definitiva, è composto da tre momenti:
• Analitico
• Sintetico
• Globale
Questa progressione risulterà applicabile per ogni fondamentale, e risulterà la via migliore per consolidare un gesto tecnico.

Esempio progress. Didattica di bagher:

Momento Analitico:
• Bagher sopra la testa (attenzione ai piedi)
• Bagher contro la parete (spinta gambe)
• Bagher partendo con le spalle alla parete (Lateralità del bagher)
• Ricezione con obiettivo

Momento Sintetico (2 fondamentali insieme):
• Ricezione e attacco
• Ricezione e attacco con chiamata della zona di attacco
• Ricezione e attacco contro muro schierato

Momento Globale (gioco):
• 6 contro 6, fase ricezione dove l’obiettivo della squadra è quello di fare punto utilizzando o il primo tempo o posto 4 (oppure un’altra banda a seconda delle esigenze di allenamento).
• 6 contro 6 con la battuta che verrà sempre fatta in una zona predefinita del campo e quindi la ricezione dovrà essere eseguita in una zona del campo ben precisa.

Ultima cosa da precisare, che probabilmente risulterà una delle più importanti, è che per ogni esercitazione, di qualunque livello essa sia e di qualunque grado di difficoltà, nei limiti del possibile è importantissimo stabilire un obiettivo (sia esso un punteggio da raggiungere o un numero di esecuzioni tecniche) al fine di mantenere sempre alto l’indice di attenzione e anche l’interesse di chi la esegue.
L’unica eccezione può essere fatta nel momento analitico dove può essere privilegiata la componente dell’esecuzione: in questo caso l’attenzione sarà rivolta solo ad un numero elevato di ripetizioni al fine di automatizzare un gesto.
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