Milijkovic spezza il sogno italiano

di Adelio Pistelli

18/09/2011

Ivan MiljkovicIvan Miljkovic
Ivan Miljkovic
La sua, magari, diventerà anche una frase storica: "Gli Europei? Siamo da sesto posto". Il serbo Ivan Miljkovic, forse ancora oggi il più forte opposto al mondo, il giocatore che nemmeno ventenne vinceva le Olimpiadi di Sydney 2000, proprio alla vigilia degli Europei (dopo l'amichevole con l'Italia a Monza) aveva nascosto ogni velleità sua e del suo team alla vigilia dei campionati. Lui sapeva che la Serbia era da medaglia, lui sapeva il reale valore della sua formazione ma da "navigato" uomo di volley ha voluto giocare con chi, per anni e tanti lo hanno visto lottare e vincere lungo la Penisola. E nel tardo pomeriggio di un lungo e maledetto (per l'Italia) pomeriggio viennese, Ivan il terribile prima ha scombussolato i progetti di Savani e compagni poi è andato al centro del campo per ricevere il premio come migliore giocatore degli Europei. Lui, nuovo capitano di una squadra dove tecnica, cuore, rabbia e fortuna hanno prodotto il capolavoro. Ancora la Serbia, come lo scorso anno dopo la finale del terzo posto al Mondiale, come dieci anni fa ad Ostrava, per gli Europei. Ancora la Serbia ma la finale degli Europei è macchiata da un paio di episodi che dovrebbero far riflettere i massimi responsabili della Cev. Ma non succederà. Arbitraggio decisamente indecifrabile e modesto con la "macchia" di una ammonizione che il signor (si fa per dire) Frans Loderus, arrivato dall'Olanda avrebbe potuto evitare.
E' vero, le proteste, da sempre, producono solo altre amarezze ma sul 17-16 il segnalinee evidenzia un tocco che non c'è stato, punto alla Serbia e lunghe (troppo?) proteste italiane che producono cartellino, nervosismo e malumore. Non solo. E' un finale di set sul filo del rasoio, con l'Italia che denuncia un evidente calo mentale e psicologico forse frastornata da episodi che hanno sicuramente condizionato la finalissima. E quando Simone Parodi (bruttissimo fiale di partita dopo un match giocato alla parti) ha lasciato cadere il pallone all'interno dei nove metri giudicandolo out, Serbia in festa e polemiche infinite dietro la panchina dell'Italia: protesta il presidente Carlo Magri, protesta il tecnico Mauro Berruto, Cristian Savani ha un diavolo per capello, Gigi Mastrangelo impreca. Proteste senza fine ma il dado è tratto, il sogno è svanito. Resta la certezza che tanto è stato fatto e da Vienna bisogna ripartire con tranquillità e concretezza. A prescindere.
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