Monza chiude, le emozioni forti di Montichiari

di Adelio Pistelli

23/03/2012

I giocatori di MonzaI giocatori di Monza
I giocatori di Monza
La lettera di Giulia Gabana, numero uno del volley di Monza, ha innescato un effetto domino: di perché e di emozioni. Gli interrogativi, che sono nati attorno alla decisione della presidentessa, sono e magari saranno, per giorni, tema di discussione. Per quanto ci riguarda, preferiamo aprire una parentesi sul turbamento che la ‘lettera’ suscita a chi ha vissuto tutta la storia della società. Adesso chi schiaccia con il marchio Gabana è in Brianza ma le radici sono ancora lì, a Montichiari. Una cittadina che in tanti, a metà degli anni ottanta, nemmeno conoscevano. E’ stata la grande pallavolo a lanciare definitivamente Montichiari.
Era il 1986 quando in un grazioso paese di appena dodicimila abitanti si festeggiava la prima storica promozione in A1. Anni lontani, ormai però chi scrive li rivede scorrere uno dietro l’angolo. Rivede le partite contro la Kutiba Falconara, sfide straordinarie che valevano una qualificazione in coppa Italia, una qualificazione ai play off. Sfide folcloristiche anche fuori dal campo, tra dirigenti meravigliosi, dirigenti che hanno lasciato una positiva impronta in una pallavolo che non c’è più. Abbiamo, anche per questo, cercato di capire le loro emozioni. Per esempio quelle di Luciano Baratti il grande inimitabile presidente di ‘quella Montichiari’ e di tante altre ancora: "Non me l’aspettavo proprio. Non so davvero perché la Giulia sia arrivata a questa sua decisione, sono molto dispiaciuto. Da un po’ di tempo sono lontano dal volley ma non avevo mai abbandonato Giulia. Ho parlato spesso con lei, anche di Emanuele Zanini (l’attuale tecnico dei brianzoli, ndr) un grande uomo, uno dei più cari insieme ad Andrea Anastasi. Entrambi, va ricordato, hanno iniziato ad allenare proprio con Montichiari. Non sapevo di questa scelta societaria, ripeto, mi dispiace e chissà, se non fosse andata via da Montichiari, magari non saremmo arrivati a questo punto. Però il povero Marcello (Gabana, padre di Giulia ndr) fu costretto praticamente a lasciare Montichiari per colpe non sue ma di una Giunta comunale. Marcello, del resto era legatissimo a Montichiari, so bene quanto gli costò trasferire la società a Monza".
"Quando se ne andarono in Brianza fu già una cosa pesante. Stavolta è dura davvero: che rabbia, accidenti". Chi parla è Antonio Comensoli, oggi grande dirigente, ieri il… signor direttore sportivo del team di Montichiari che ha saputo anche vincere in Europa. E, tanto. "Non ho parole, non ci volevo credere quando me lo hanno detto. Ho letto e riletto la lettera di Giulia: sono amareggiato. Se solo ripenso ai tanti anni di Montichairi, ai nostri successi, ad una pallavolo meravigliosa portata avanti giorno dopo giorno con sacrifici e passione. Non ho parole".
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