Mosna, le novità sono indispensabili per il futuro del volley italiano

di Lorenzo Dallari

29/02/2012

Diego Mosna alza l'ultima Coppa Italia 2012 appena vinta da TrentoDiego Mosna alza l'ultima Coppa Italia 2012 appena vinta da Trento
Diego Mosna alza l'ultima Coppa Italia 2012 appena vinta da Trento
I tempi che cambiano in fretta, l'evolversi negativo della situazione economica e l'obiettiva difficoltà del sistema nel suo insieme in relazione al reperimento delle risorse hanno indotto la recente assemblea delle società di serie A a dar vita a un progetto molto importante rivolto al futuro del nostro campionato maschile. Tanti gli argomenti di attualità da affrontare con Diego Mosna, presidente della Lega maschile.
"Si tratta di una serie di decisioni quasi inevitabili, considerando il sempre più difficile reperimento delle risorse necessarie per svolgere l'attività: prevediamo tempi duri per il futuro, e pertanto abbiamo cercato di prevenirli".
Linee-guida non banali quelle prospettate, con soluzioni di rottura rispetto al passato e anche al presente...
"Abbiamo pensato a bloccare 1-2 forse 3 retrocessioni dalla serie A1: questa situazione consentirebbe di garantire un aiuto concreto ad alcune società, che non sarebbero più in difficoltà per le spese determinate dall'obiettivo-salvezza. Non sarebbero più prese per il collo e potrebbero guardare al futuro con maggiore tranquillità".
Questa situazione condizionerebbe però - e forse non poco - il livello tecnico del campionato...
"Ne siamo perfettamente consapevoli: ci sarebbe un abbassamento complessivo, ma del resto mi pare sia inevitabile e che peraltro sia già in atto: andremo comunque a mettere dei paletti per fare in modo che non abbiamo a nascere squadre-materasso. Abbiamo in mete più idee e se tutto andrà come ci auspichiamo, le realizzeremo".
E l'ipotesi della riduzione del numero delle squadre a 12 è perseguibile?
"E' quello che molti auspicano: un campionato di A1 con 12 club di alto livello, con giocatori in grado di entusiasmare il pubblico che ama sempe di più questo bellissimo sport".
Di carne al fuoco dunque ce n'è non poca, in attesa dell'imminente incontro con la Federazione, cui spetterà l'ultima parola. Anche in tema di equiparazione tra comunitari e italiani.
"Anche diverse altre disciplina stanno dibattendo questo tema, e pertanto in questo non siamo certo isolati. Del resto se il mondo sta cambiando per la nuova situazione economico-finanziaria venutasi a creare, il mondo dello sport non può di certo restare esente dalla realtà globale. E quando è necessario, bisogna avere il coraggio di fare cambiamenti radicali, non per preservare il presente ma per garantirsi il futuro".
Chiaro no?
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