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Nodi al pettine
Nodi al pettine
di Adelio Pistelli
15/09/2014
Il gruppo azzurro a Poland 2014
Il gruppo azzurro a Poland 2014
Prima o poi poteva (doveva) accadere. Inutile girarci attorno. Il crollo dell'Italvolley ai mondiali mette tutti, ma proprio tutti, davanti ad una situazione delicata e difficile che i più, non avevano mai preso in considerazione. Presunzione e superficialità il binario dove, soprattutto negli ultimi due anni, ha viaggiato il treno azzurro: dalla locomotiva alle carrozze. Chi lo ha guidato è stato capace di nascondere, con sapiente maestria, problemi di diversa natura emersi in tutta la sua gravità nell'appuntamento più importante. Chi è stato a capo del gruppo ha sempre e dovunque catalizzato l'interesse su un team che avrebbe dovuto azzerare le distanze da Brasile e Russia proprio in occasione del mondiale polacco. La sua Italia era, insomma, ormai decisamente e irreversibilmente in rampa di lancio. Da Cracovia in poi sarebbe dovuta andare in crescendo per arrivare in fondo e vincere possibilmente quella medaglia che l'Italvolley, con la gestione
Berruto
, non ha mai vinto. Niente da fare, niente oro. Peggio ancora, siamo di fronte ad una classifica mondiale che inorridisce ma, se possiamo dirlo, non deve essere paragonata ai fallimenti degli anni ottanta. Quanto accaduto in Polonia negli ultimi quindici giorni è qualcosa di molto diverso. Siamo davanti ad una gestione ed un momento pallavolistico che non possono offrire il fianco a paragoni. La débâcle del 1982 (dove, a proposito, il tecnico
Pittera
diede le dimissioni a mondiali in corso) era e resta solo una negativa statistica. Era una nazionale, quella, senza precisi e ricercati obiettivi di primato anche se solo quattro anni prima (Roma '78) il 'Gabbiano' azzurro dello stesso Carmelo Pittera, contro ogni pronostico, era arrivato all'argento. Stavolta siamo davanti a dichiarati presupposti, a certezze (o quasi) su quanto sarebbe finalmente dovuto accadere. C'erano i due argenti Europei, il bronzo olimpico e di World League - più o meno significative viste come sono arrivate - come 'damigelle d'onore' al seguito della Berruto band nel fantasioso viaggio in Polonia. Il gruppo che il tecnico aveva messo insieme era garante (seguendo le sue tante dichiarazioni) di precisi salti di qualità e, ormai imminenti e definitivi avvicinamenti a chi, di contro, comanda la pallavolo mondiale ed europea. Alle corte: c'erano tutti i presupposti per brindare. Il recente passato ha aiutato, soprattutto i superficiali (ed i presuntuosi) a credere in una definitiva consacrazione. Invece. per la prima volta e subito davanti ad un girone "serio", subito davanti a situazioni tecniche e agonistica difficili, le dichiarate certezze hanno lasciato strada a incertezze e problematiche senza soluzione di continuità. Ed i nodi sono venuti al pettine. "
Qualcosa si è inceppato: cosa non lo so e non mi interessa neppure a dire il vero, visto che ormai la frittata è stata fatta"
scrive giustamente il direttore nel suo editoriale. Però lo stesso
Lorenzo Dallari
, inguaribile amante, come noi, della pallavolo e delle sue verità, adesso insieme a tanti altri starà alla finestra per capire cosa succederà nella cosi detta "stanza dei bottoni" romani. Noi ci permettiamo solo di ricordare:
Montali e Anastasi
(che nelle loro gestioni azzurre l'oro lo hanno vinto davvero) hanno avuto il benservito per molto meno di quanto visto in questi ultimi quindici giorni...
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