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Non dir scudetto se non l’hai sul petto
Non dir scudetto se non l’hai sul petto
di Luciano Pedullà
12/04/2012
Il risultato netto di vittoria di Busto Arsizio nei confronti di Villa Cortese ottenuto in gara 3 a Monza è di quelli che lasciano il segno ma che potrebbero condizionare sia l’una che l’altra formazione. A Monza la supremazie di Busto è stata imbarazzante. Muro ben registrato, ricezione sempre precisa, attaccanti in grande spolvero e soprattutto una difesa che ha impedito a Villa Cortese di superare la soglia del 30 per cento di efficienza in attacco! Sulla sponda opposta se escludiamo la ricezione poco altro ha funzionato e il gioco di Berg ha assunto una prevedibilità incredibile. Scudetto assegnato? Assolutamente no, sempre che Villa Cortese riesca a modificare alcune situazioni che non le hanno permesso di porre in difficoltà la formazione diretta da Parisi. In queste occasioni, prima di tutto, conta molto l’atteggiamento che le squadre sanno mettere in campo: la volontà di reazione delle cortesine sarà determinante, dimenticando completamente le insicurezze della gara precedente che spesso sorgono dalla incapacità di mettere a terra la palla d’attacco o di trovarsi il muro consistente davanti. Per questo dovrà essere brava Berg, pur priva di una giocatrice importante come Guiggi, a gestire le proprie schiacciatrici mettendole in condizione prima di tutto di giocare tutti i propri colpi d’attacco, piuttosto che con il muro scomposto con palloni di difficile gestione. Le alzate di pipe in seconda linea, con Bosetti e Cruz potrebbero favorire la rapida apertura di gioco caratteristico della palleggiatrice americana, magari attraverso l’utilizzo dei primi tempi vicino, se non addirittura con giocate con l’attaccante sovrapposto ai primi tempi, più facili con le schiacciatrici piuttosto che con Pavan che utilizza una palla più alta in fase ricezione. La squadra di Abbondanza dovrà avere una maggiore rapidità in difesa e copertura aggredendo tutti i palloni giocati da Busto ed esaltando il gioco bianco blu con azioni corali che danno la capacità di reazione anche nelle situazioni peggiori. Probabilmente anche nella fase battuta dovrà essere cambiato qualcosa a livello tattico privilegiando scelte che lo studio delle gare consentono di fare o, ogni tanto di azzardare; una difesa in più comunque, potrebbe far scattare la molla che permetterebbe un rovesciamento del risultato. Busto, invece, avrà da prestare attenzione a non avere un atteggiamento supponente credendo che la superiorità dimostrata nell’ultima gara possa essere il vero divario esistente tra le due formazioni piuttosto che l’esito di una partita. Dovrà essere capace di cercare la realizzazione dei punti più semplici e dei lavori meno evidenti ma che spesso danno la qualità al gioco e la differenza tra un risultato positivo e uno negativo. Havlickova, ancora superba mercoledì, dovrà essere affiancata dalla migliore Havelkova, ancora alle prese con il fastidioso risentimento addominale, ma soprattutto da un’efficacia maggiore dell’attacco di primo tempo troppo farraginoso nel gioco di Lloyd. Fast e due di Bauer iniziano a essere più prevedibili nelle direzioni dell’attaccante e nelle scelte della palleggiatrice e addirittura il gioco veloce di Dall’Ora ha avuto poca affidabilità soprattutto nella fase due, dove l’uscita con la seconda linea di Havlickova sembra essere l’unica soluzione positiva costante. Il vantaggio ottenuto grazie alle belle difese viste mercoledì dovrà essere lo scatto in più per la formazione di Parisi che dovrà mantenere un’attenzione costante alla gara, senza farsi distrarre dalla voglia di chiudere velocemente il conto. Insomma la partita non è finita e ci sarà ancora da divertirsi prima di andare in vacanza. Poi inizieranno le nazionali ad allietare le nostre giornate da prima con la giovane formazione allestita per il Grand Prix poi con l’attesa per i Giochi Olimpici. Le scelte di Barbolini hanno ancora una volta sorpreso le attese con presenze e assenze discutibili ma lecitamente fatte da chi ne ha il compito e la responsabilità e che solo i risultati finali sapranno determinare se è stata percorsa la giusta strada.
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