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Notte di Champions....
Notte di Champions....
di Simone Serafini
29/02/2012
Il bravissimo Simone Serafini si immedesima nello stile di Carlo Lucarelli, lo scrittore e presentatore di Blu Notte, Misteri d’Italia eccetera, e ci narra la fantastica storia della imminente sfida di Champions League tra Trento e Macerata.
Macerata. È il 28 di febbraio. Un uomo, immerso nei suoi pensieri, guarda fuori dalla finestra e scruta il paesaggio delle colline di quello spicchio di Marche, ancora leggermente bianche a ricordo di due settimane di tormente di neve. Quell’uomo si chiama Alberto Giuliani. Sta pensando a come replicare il delitto perfetto della settimana scorsa.
Siamo sempre a Macerata. È il 22 di febbraio. In palazzetto piccolo ma strapieno si consuma il colpo della Lube. Trento va a avanti due a zero e sembra confermare a tutto il mondo pallavolistico che sì, è la squadra più forte. Che sia Coppa Italia o Campionato o Champions League. Non ce n’è per nessuno. Ma Giuliani e la sua squadra si ribellano. Rompono le catene. In nome di tutti gli schiavi di Trento, ribaltano il doppio svantaggio e chiudono in gloria. Per una sera, Trento è sconfitta.
Torniamo al 28 febbraio. Alberto Giuliani è sempre fisso alla finestra. Nella mente e nel cuore le immagini di una settimana prima. Ma nella mente e nel cuore ora non servono i ricordi. Occorre la strategia per replicare lo sgambetto. Del resto, c’era anche già andato molto vicino in precedenza. 2-3 in campionato, 2-3 in Coppa Italia. Ora sa come si fa. Sa come si batte Trento. E lo sanno anche i suoi. Servirà l’ardore, sarà necessario avere la testa fredda e il cuore caldo. Là, in territorio nemico. Ma i suoi sono combattenti nati. Una settimana fa l’hanno dimostrato a tutti.
Macerata, 28 febbraio. Un uomo è nella sua casa. Sua moglie Micaela dorme al suo fianco. Lui non riesce a dormire. Sta pensando a due giorni dopo. A cosa avverrà due giorni dopo. Quell’uomo si chiama Cristian Savani. Si alza, va allo specchio. Sussurra le parole del tatuaggio impresso sul suo bicipite. Cum Honore Pugna Et Numquam Cede
Trento, 29 febbraio. Un uomo è in piedi accanto alla finestra. Domani lo aspetta un grande scontro. Ha affilato le armi dei suoi, ha catechizzato i suoi legionari. Ha spronato i suoi centurioni. Non resta che aspettare domani. Quell’uomo, Radostin Stoytchev, sa di cosa sono capaci i suoi. Come leoni feriti, raddoppieranno gli sforzi. Certo, non basterà vincere la partita. Sarà immediatamente necessario vincere un altro set, quello dorato. Non sarà facile, ma è con le imprese che si fa la Storia. Radostin Stoytchev sorride. Ama queste vigilie. Si vive per questi attimi.
Trento 1 marzo. Ore 20.30. Gli uomini schierati. Gli arbitri pronti. Gli spettatori grondano di attesa e passione. Fischio. Si parte.
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