Occorre programmare per ottenere grandi risultati

di Enrico Berengan

09/09/2014

Enrico Berengan ai tempi dell'Olio Venturi Spoleto Enrico Berengan ai tempi dell'Olio Venturi Spoleto
Enrico Berengan ai tempi dell'Olio Venturi Spoleto
Enrico Berengan è stato un ottimo giocatore di A1, per tanti anni protagonista della bella favola vissuta da Spoleto. Ha postato queste attenta e interessante riflessione su Facebook che pubblichiamo con piacere, invitando tutti quelli che vivono la pallavolo a una piccola riflessione.

Non sono più nell'ambiente, vero. Ci sono però stato per 23 anni... 20 dei quali come professionista. Mi occupo di altro ora, ma la pallavolo resta comunque nel mio cuore.... Sono stato parte integrante, a livello junior, della genesi di quella Nazionale di Fenomeni che tanto ha dato al volley italiano e che tutti rimpiangono. Molti ...pensano che tutto abbia avuto inizio con i Campionati del mondo Junior del 1985, ma non è così. La nazionale Junior del 1985 è stato il risultato di uno scrupoloso lavoro di programmazione, voluto da Carmelo Pittera, iniziato 5 anni prima!!! Avevo 15 anni nel 1980. Un giorno mi viene recapitata una lettera di convocazione che mi invita a recarmi ad Agerola (NA) per un collegiale. A 15 anni, da solo, da Padova ad Agerola. Allora mi allenavo con la squadra di A1 del Petrarca Padova e quindi già me la "cavicchiavo"... Il primo allenamento del primo giorno, Pittera ci mette tutti in fila e ci dice: "VOI FATE PARTE DI UNA DELLE MOLTE SELEZIONI CHE VERRANNO FATTE NEI PROSSIMI ANNI E CHE HANNO COME OBBIETTIVO FINALE, L'INDIVIDUAZIONE DEI 12 CHE DISPUTERANNO I CAMPIONATI DEL MONDO JUNIOR NEL 1985!".  
Mio Dio...fra cinque anni, pensai... E chi ci arriva? In una settimana di collegiale, la palla ci fu mostrata 2 volte, come contentino, per il resto ci insegnarono a... CORRERE! Avete capito bene, a correre! Ore e ore di corsa, con allenatori che correggevano l'appoggio e la spinta del piede, le ginocchia, le spalle.... E mi allenavo già con la prima squadra, capito?
Negli anni successivi, il lavoro fatto da Skiba, Vacondio, Salemme, con le migliaia di collegiali nei luoghi più impensabili (dentro scuole, in camerate comuni con il compito, a turno, di pulire i bagni e preparare la colazione ai compagni), con, addirittura, 3 allenamenti al giorno, hanno sempre avuto come obbiettivo principale, perseguito al limite dell'ossessione, il miglioramento dei fondamentali. Si ripeteva sino allo sfinimento.... ore e ore di palleggi, bagher, spostamenti in difesa, muro...La palla era la ricompensa: se facevi bene i fondamentali, si passava al gioco, alla schiacciata. Pittera, giustamente, asseriva che se in partita devi fare bene una cosa 10 volte, in allenamento la devi fare bene 100 volte. Tutto questo, con le dovute modifiche ed evoluzioni, è andato avanti per 5 lunghi anni!
I 12 mesi precedenti il mondiale, è stato, praticamente, un unico collegiale, visto il servizio militare allora obbligatorio, svolto nel Gruppo Sportivo dei Bersaglieri a Bologna. Dal martedì al sabato (si giocava il sabato pomeriggio) ti allenavi con la tua squadra, dopo il match, partivi per Castel San Pietro (provincia di Bologna) e ti allenavi con la nazionale sino al lunedì... Questo per tutta la stagione... Ricordo la concentrazione, l'impegno, la determinazione che ci sono state inculcate nel corso degli anni: che si trattasse di un allenamento in palestra o sala pesi, di una amichevole o della finale dei campionati del mondo, che fossimo ad inizio set o a fine partita. Sbagliavi un appoggio o un palleggio semplice, o una battuta quando NON DOVEVI SBAGLIARE? Venivi "mangiato vivo" dall'allenatore e dai compagni. Chi non acquisiva la giusta mentalità veniva mandato a casa. Semplice!
Il risultato? Siamo arrivati secondi al Mondiale del 1985 e da quel gruppo è nata la fantastica Generazione di Fenomeni che conosciamo. In quegli anni gli stranieri in A1 ed A2, erano limitati: erano gli italiani a dover tirare la carretta, a togliere le castagne dal fuoco. In nazionale ci VOLEVI STARE a tutti i costi perchè sapevi che se ne venivi escluso, la tua carriera sarebbe stata diversa, molto diversa.
1980 anno di inizio del progetto, 1989 primo titolo prestigioso vinto, gli Europei: 9 anni per ottenere il primo risultato.
Vogliamo che l'Italia torni ai vertici? Dobbiamo ragionare sul medio/lungo termine. Ora possiamo fare poco.... E' fondamentale che chi può decidere, prenda atto che la strada da percorrere è lunga e faticosa e che è necessario mettersi in cammino subito.
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