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Ohayoo gozaimasu
Ohayoo gozaimasu
di Paolo Montagnani
23/11/2012
Paolo Montagnani con il nuovo erede
Paolo Montagnani con il nuovo erede
"Ohayoo gozaimasu" .......tranquilli... vuol dire solo buongiorno.
Ciao a tutti! Vi racconto un pò quello che succede da un posto molto lontano, il Giappone.
La domanda che mi viene rivolta sempre nella tante interviste che sto rilasciando è come trovo la vita in Giappone e come trovo la pallavolo giapponese; mi sforzo di pensare a varie risposte ma mi viene sempre da dire:"DIVERSO". Perché non voglio dire migliore o peggiore, voglio prima valutare tutto, prendendomi i giusti tempi. Ma che qui tutto è DIVERSO è lampante e te ne accorgi appena scendi dall'aereo.
Sono ormai tre mesi che vivo a Osaka, anzi a Minoh City, poco fuori il centro della città, dove Suntory possiede un centro di allenamento dotato di ristorante, foresteria, uffici, sala congressi, oltre ad attrezzature sportive per tutti gli sport, dal campo di baseball, al tennis e ovviamente a una palestra con tre campi da pallavolo, una palestra pesi attrezzatissima e spazi comuni bellissimi.
Devo dire che il primo periodo qui è molto duro, la comunicazione è quasi impossibile, pochi giapponesi parlano inglese e chi lo parla è molto timido; quindi all'inizio è difficile fare tutto,dagli spostamenti ai primi acquisti, dal fare un prelievo o far funzionare gli elettrodomestici in casa.....per non parlare dell'alimentazione... C'è stato bisogno di un bel pò di tempo per trovare i primi punti di riferimento.
E ovviamente, anche in palestra tutto funziona e si muove in maniera strana. I miei primi interventi (ricordando che oltre ad allenare, ho un ruolo di consulente con la mia società per la completa riorganizzazione della squadra), sono stati quello di disciplinare uno staff tecnico composto da molte persone, ma con poche idee e spesso confuse, e quello di creare praticamente da zero uno staff sanitario. Vi informo che qui in Giappone assicurarsi un medico per una presenza giornaliera può costare anche 1000 €... sì avete capito bene, mille euro, per una presenza di circa 3 ore all'allenamento pomeridiano. I giocatori giapponesi si allenano senza fiatare, hanno una grande passione per questo sport e pensano che la quantità di lavoro, a volte senza controllo, porti prima o poi al risultato. Potra' anche essere vero ma purtroppo il nostro è uno sport usurante e infatti quasi tutti i giocatori sono fortemente usurati, e una grande parte di loro, pur essendo sotto i trenta anni, ha già subito interventi chirurgici "riparatori". Qui starà il bello del mio lavoro, diminuire la quantità e aumentare la qualità in maniera importante. Ma da tutto questo nasce anche l'esigenza di avere uno staff medico che possa seguire tutte le varie problematiche dei giocatori.
In questa mia avventura non sono da solo ma con due autentiche "rambo", mia moglie Silvia e Asia, mia figlia di nove anni, che hanno avuto un coraggio senza fine. Vado molto orgoglioso di quello che ha fatto la mia famiglia. Non dimenticheremo mai questa nostra parentesi nipponica, qui il 27 settembre è nato Kenta, nome giapponese che significa "grande forza". Alla Jikihara Clinic, accogliente e organizzatissima, eravamo lontanissimi da tutti, ma stretti insieme, per questo grande evento. Bravi tutti, ottima Mamma Silvia!!!
La V-Premier League è cominciata, sono state giocate le prime sei giornate, che noi abbiamo giocato sempre in trasferta(!!!!!), e direi che le cose stiano andando bene. E' un campionato duro, non ci sono squadre imbattute e c'è molto equilibrio. Il campionato è praticamente itinerante, si gioca poco a casa propria e quasi sempre in trasferta e ci sono squadre che scelgono di non giocare in casa e preferiscono demandare l'organizzazione a comitati provinciali in città poco conosciute. Nel prossimo appuntamento vi racconterò come funziona un week-end di campionato, come si viaggia, come ci si allena e quali sono i rituali primi della partita.
DIVERSO!
P.S: al mattino per accorciare i tempi potete anche dire:"OSSSSSSSS" tenendo per un paio di secondi la sss, e loro capiranno
Ciao Paolo Montagnani
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