Ormcen e il "suo" Giappone

di Adelio Pistelli

02/09/2013

Igor Ormcen in sala pesiIgor Ormcen in sala pesi
Igor Ormcen in sala pesi
L’avevamo lasciato che urlava la sua gioia, sopra un tavolo del Forum di Milano, circondato dai tifosi Lube impazziti di gioia. Era aprile del 2012: da pochissimi minuti aveva vinto lo scudetto con Macerata. “Che giornata è stata? Uno spettacolo, poi le feste, il ritorno a casa, Treia: che ricordi. Li porterò sempre con me”. Lo guardi mentre rilancia queste frasi e sembra che il tempo si sia fermato. “Inevitabilmente – sorride-. Tornare da queste parti, con la borsa dell'allenamento sulle spalle, è emozione vera. Alla Lube ho lasciato un pezzo del mio cuore. Da queste parti ho tanti amici. E’ tutto molto bello e spero davvero che la prossima stagione regali alla Lube tutto ciò che insegue e desidera”. Lo ritrovi giusto un anno nel suo (ex) palasport maceratese. Ha chiesto ospitalità alla Giuliani band per allenarsi un pò prima di ripartire per l’Oriente, dove l’aspetta la seconda stagione nel campionato giapponese. “Stagione che sarà ancora più bella e interessante della prima”. Igor Ormcen, tra una settimana tornerà ad Hiroshima dove, durante l’ultimo torneo ha giocato con il Japan Tobako Thunders. “Società organizzatissima, impeccabile – racconta -. I dirigenti ci hanno aiutato affinchè ci potessimo ambientare in fretta e nel migliore dei modi”. Parla al plurale, perché il trentatreenne Igor, dopo l’estate del 2011 non aveva volato verso la prima esperienza ad Hiroshima da solo, ma aveva voluto con se la piccola Tara (“che adesso ha due anni”) e, ovviamente, la moglie Anna. “Mai scelta fu più felice – afferma a distanza di tempo -. Va tutto benissimo, dai primi giorni. La vita è bella e tranquilla. Nessun problema, mai, nemmeno per il mangiare. Anzi. E’ stato un anno dei più felici. Siamo arricchiti, e non vediamo l’ora di tornare. Anna e la piccola, che andrà ad un asilo di Hiroshima, riprenderanno subito contatto con la realtà giapponese. Per quanto mi riguarda, inizieremo a mirare ad un campionato più interessante. Va detto. L’ultimo è finito come doveva finire. Un buon piazzamento a metà classifica ma, credo, che il prossimo ci potrà riservare ulteriori e migliori soddisfazioni”.
Subito le novità, prima di entrare nel pianeta Hiroshima e non solo… “Intanto l’arrivo del nuovo tecnico, il montenegrino Vesko Vukovic che ha vinto l’ultima coppa Cev con i turchi dell’Halkbank battendo in finale Latina. Poi, il nostro attacco avrà la precisa potenza più la qualità tecnica dello schiacciatore Koshikaua, pilastro della nazionale giapponese e personaggio assoluto nel suo Paese. Sì, credo proprio che sarà una squadra interessante. Ci divertiremo davvero tanto”.
Un altro tecnico straniero che sbarca dunque in Oriente…“In Giappone sono sempre più propensi ad affidare lo loro squadre di volley ad allenatori che arrivano da altre nazioni e, se volete, qualche segnale di novità tecnica e agonistica è già evidente guardando, per esempio, alla crescita della nazionale. Anche se e lo sanno bene, che c’è ancora tanto da fare”.
Il suo ex coach Giuliani lo vedrebbe bene da quelle parti? “Assolutamente. Ho parlato di lui diverse volte, mettendo in evidenza, per esempio, tra le tante cose più di altri la sua precisione e decisione nelle scelte. Sia in preparazione di un match o quando lo si giocava”. Chiacchiere giapponesi durante l’ultima stagione che, lo avete letto, è già un ricordo anche perché Omrcen non vuole fare confronti con il recentissimo passato. “Sono, semplicemente valutazioni in vista del campionato che verrà. E comunque, la differenza sarà evidente”. Il passato è già in archivio ma ciò che l’ex capitano Lube ha vissuto, merita di essere rivisto. Per esempio, la società: sentite. “La Japan Tobako – dice – è una delle più grandi aziende giapponesi. Ha la sede principale ad Hiroshima ma con filiali in tutto il mondo con seicentomila dipendenti. Per il sessanta per cento produce sigarette e per quaranta altri diversi prodotti”.
Per voi un a garanzia assoluta… “E’ uno sponsor dei migliori, ovviamente e pensate: nel team dell’ultimo campionato diciotto su diciannove miei compagni di squadra erano dipendenti della JT. Ci siamo sempre allenati in orario di azienda: dalle 9,30 alle 12,30. E quando non ci sono allenamenti programmati, molti dei giocatori vanno in palestra per sedute personali. E’ il Giappone, il suo modo di fare sport. Credo sia difficile immaginare nemmeno quali e quante differenze con le abitudini occidentali. Però, sei nelle condizioni migliori per fare bene il tuo lavoro e, per esempio, quando durante le festività di fine anno devi fare attività molto diverse dalla pallavolo, lo fai senza problemi ma solo con tanta soddisfazione. Come se schiacciassi il punto partita”.
Perché, che succede in queste particolari occasioni? “La squadra va in visita ai massimi dirigenti della Japan Tobako e non solo ad Hiroschima. Ringrazia i vertici dell’azienda per il sostegno economico. Poi, a piedi, scendiamo per esempio dal palazzone di cinquanta piani e andiamo a salutare tutto il resto del personale. Ore e ore di incontri ma sempre con la massima tranquillità e con estrema educazione nel rispetto dei propri ruoli. Impossibile immaginare le sensazioni che un occidentale prova in quei momenti. Mi sono detto e ne parlavo anche recentemente con mia moglie: Il prossimo è il secondo dei due anni di contratto previsti. Però, credetemi: farò il possibile per vincere qualcosa per ringraziarli a mio modo e perché, mi piacerebbe allungare la mia esperienza giapponese. Vedremo”.
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