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Partita a scacchi
Partita a scacchi
di Luciano Pedullà
24/02/2012
Marcello Abbondanza e Davide Mazzanti
Marcello Abbondanza e Davide Mazzanti
Fisher e Spassky affrontarono una storica sfida di scacchi nel 1972 che appassionò il mondo intero diviso tra la passione per l’americano, il primo, e per il russo vero guru di queste gare. Ventuno partite dove piccole mosse valevano la svolta, l’imprevedibile, il successo: scacco! Abbondanza e Mazzanti nelle ultime due stagioni si sono già incontrati 12 volte conquistando sei successi a testa, due ciascuno nella presente stagione, ancora non conclusa che prevede almeno la gara di ritorno della Champions League a Bergamo, ma probabilmente anche la lunga sfida dei play off. Due formazioni che si conoscono dettagliatamente: il muro di Villa ha ormai contrastato più di cento volte gli attacchi di Piccinini, la ricezione di Bergamo ha dovuto affrontare quasi cinquanta battute di Berg, ma ogni volta qualcosa cambia e fa pendere la bilancia da una parte, piuttosto che dall’altra. Basta un particolare, una palla, spesso una posizione di partenza a inizio set o gara, cosa che ad esempio in tutti questi incontri ha continuato a cambiare la formazione guidata da Abbondanza molto attento al rapporto della sua correlazione di muro e difesa. Sono sufficienti piccole scelte tattiche del servizio che Bergamo ha affrontato cercando con tanta insistenza il Libero della formazione cortesina; le variabili che gli allenatori analizzano per una gara sono molteplici, e una piccola variazione in questo senso può modificare i valori finali in campo. Le scelte tattiche del muro, rispetto alla distribuzione della palleggiatrice, l’utilizzo che la stessa fa nei momenti topici della gara per attaccare i punti deboli dell’avversario. Alla fine i punti di forza di una formazione sono quelli che una squadra cerca di far emergere nei momenti importanti della partita e tanto più l’avversario riuscirà a contrastarlo con il proprio migliore rapporto difensivo tanto più sarà capace di raggiungere il successo finale. E’ un sistema affascinante e spesso non si conosce quanto studio si affronta per capire minimi particolari: la prossima mossa spetterà a Mazzanti, ora è lui che deve rintuzzare l’offesa del tecnico romagnolo e dovrà portare al golden set Villa Cortese se vorrà vincere il duello, forse non l’ultimo. Probabilmente è anche per questo che i tecnici italiani sono i migliori al mondo e un’altra gratificazione in tal senso è arrivata dalla promozione a direttore tecnico della Nazionale della Repubblica Ceca per Carlo Parisi che in questa stagione sta raggiungendo momenti di gloria tanto meritati quanto, forse, inaspettati. Si aggiunge a quanti in queste stagioni hanno allenato Nazionali femminili estere, al fianco dei quali spesso hanno avuto collaboratori italiani: Abbondanza, Bonitta, Bosetti, Caprara, Chiappini, Cristofani, Frigoni, Guidetti, danno lustro e onore al volley nazionale e la pallavolo italiana avrebbe bisogno di un maggior coinvolgimento nelle politiche tecniche da parte dei suoi allenatori. Prima della gara di ritorno, riprenderà il campionato che, zoppo di Conegliano, involontariamente fa un favore a Villa Cortese permettendole di preparare tranquillamente la gara di Coppa potendo contare sul turno di riposo nel torneo di serie A1. Bergamo invece dovrà recarsi a Urbino per contenderle il terzo posto, garanzia di una buona posizione di partenza per le fasi finali dello scudetto e l’accesso alle coppe europee per la prossima stagione. Gara importante per la classifica finale alla pari di quella tra Busto e Novara, quest’ultima reduce dalla prima sconfitta nel girone di ritorno ad opera di Pesaro. Le marchigiane sembrano avere ingranato la quinta ma dovranno fare molta attenzione alle insidie portare dalla gara con Pavia se vorranno determinare l’accesso sicuro alla kermesse finale; turno avvincente per Piacenza, Parma e Modena, quest’ultime due nello scontro diretto, che cercano i punti necessari per arrivare tra le prime otto.
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