Passato e presente, spettacolo a Perugia

di Adelio Pistelli

03/02/2013

Passato e presente, spettacolo a Perugia
Vai a Perugia e non è mai tempo perso. Anche quando una sfida appare già decisa, scontata a guardare chi andrà sottorete. Intanto c’è un tuffo nel passato, a confronto con le certezze del presente. Guardi giocare un certo signor Goran Vujevic e capisci cosa era ed è il volley spettacolo. Questo serbo ormai quarantenne (compleanno a fine febbraio) diverte, tiene banco per come gestisce ogni pallone che passa dalle sue parti; fa impazzire il muro di Macerata con colpi da prestigiatore e per lunghi tratti, se Perugia sta in riga con i campioni d’Italia molto lo deve alle difese umbre ma, anche e soprattutto. a questo signore del volley, oro olimpico a Sydney 2000, ancora e sempre un campione con la ‘c’ maiuscola. Poi, finisce come era previsto che dovesse finire ma ciò che ha fatto vedere il capitano di Perugia è un vero regalo che gli oltre tremila presenti.
Il recente passato che si scontra con le realtà della pallavolo attuale, fatta di grande fisicità mista dove, spesso, il talento diventa un prezioso compagno di viaggio. E Macerata ha giocatori che ‘sposano’ questa immagine del volley moderno dove il libero Henno stona (si fa per dire) per come ‘nasconde’ splendidamente le sue (quasi) trentasette primavere.
Zaytsev, Parodi, Stankovic, Travica, esempi in libertà per entrare di getto nel volley del momento. Zaytsev, lo Zar di Macerata , per esempio. Nato ad una sessantina di chilometri da Perugia (Spoleto), scatena entusiasmo prima durante e dopo per quel suo modo di andare sottorete e non solo. Lo fa in una città che ieri lo ha coccolato cercato e inseguito festosamente. In una città che lo ha visto crescere pallavolisticamente, che lo ha lanciato da palleggiatore (lui figlio del più grande regista di tutti i tempi). Poi, una volta arrivato a Roma diventare ‘schiacciasassi’ per merito e oculatezza di due responsabili della ex M.Roma (Sacripanti e Piacentini). Nella Capitale il primo salto di qualità, poi la graduale crescita con l ’incoronazione definitiva una volta a Macerata, una volta diventato opposto. E intorno allo Zar un gruppo di campioni, a volte spregiudicati ma caratterialmente concreti senza soluzione di continuità. Un esempio? Il modo come ha retto il confronto quando il match era diventato improvvisamente (per la Lube) pericoloso. Un primo set che sembrava finito (11-17), un muro di Vujevic su Zaytsev, qualche equilibrio salta, Perugia senza pressioni, trova nuove e improvvise motivazioni e porta i campioni ad un parziale senza fine. Vinto da Parodi (sempre più prezioso, insostituibile) e soci anche per la forza dei nervi distesi.
Un successo che regala anche altri sorrisi a chi, adesso, aspetta la gara-uno di Champions League (mercoledì contro Cuneo) per cercare il grande salto verso la final Four. Il sorriso in più è per il ritorno di Cristian Savani accolto da applausi e da un mega striscione dei tifosi umbri, visto anche il suo passato da grifone …perugino. Infortunatosi giusto tre mesi fa, a Perugia va sottorete (concretamente) sul 20-22 del primo set, poi ritorna protagonista effettivo sul 8-18 del terzo set, centra il suo primo punto (il numero 20 della Lube) e chiude il match con una schiacciata, con Travica, suo grande amico e cognato che esulta al pari dei compagni che si coccolano il primo grande ritorno di casa Macerata.
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