Perugia conquista la Coppa Italia di SuperLega maschile 2018

28/01/2018

Se vincere è difficile, ripetersi è ancora più complicato. Perugia c’è l’ha fatta, bissando il primo successo della sua storia pallavolistica colto in occasione della Supercoppa con la sua primaCoppa Italia. La vittima in entrambe le circostanze è stata Civitanova Marche, piegata due volte per 3-1 in finale. Domenica al Palaflorio di Bari la Sir Safety ha subito il brio della Lube nel primo set, perso malamente, poi pian piano ha trovato la forza e la lucidità di ritrovare gioco e continuità, tenendo validamente testa alla corazzata biancorossa: alla fine si è aggiudicata lo sprint del quarto parziale e ha potuto abbandonarsi alle feste insieme ai suoi 600 tifosi giunti apposta in Puglia dal cuore dell’Umbria. È stato un bell’epilogo della Del Monte Coppa Italia quella che hanno regalato due delle migliori protagoniste della Superlega, arricchita dalle gesta di tantissimi campioni: potente come di consueto Sokolov e spettacolare Juantorena per Medei, anche se non bastati. Molto lucido e più disciplinato tatticamente rispetto al recente passato De Cecco, eccellente Anzani, sempre presente Colaci e strepitoso Atanasijevic per Bernardi. È stato proprio l’opposto serbo, premiato alla fine come migliore in assoluto della Final Four, a chiudere il match con un attacco che ha toccato terra prima di essere difeso da Grebennikov. I marchigiani hanno protestato energicamente e un dirigente ha offeso pesantemente gli arbitri per poi avere la conferma dalle immagini televisive che la decisione dei direttori di gara era corretta: forse sarebbe il caso mantenere un certo contegno comportamentale, svolgendo tra l’altro con buonsenso un compito delicato di esempio e di gestione per i giocatori e per il pubblico (ma non è di certo nuovo a episodi di questo tipo...). Complimenti sinceri a Fabrizio Pasquali e a Daniele Rapisarda, il primo arbitro che ha trovato la lucidità di interpretare correttamente una palla davvero complicata, nonchè alla squadra di Perugia, che ha messo in bacheca con merito il secondo trofeo stagionale.
CHI RIDE E CHI PIANGE. Perugia ha dimostrato di aver metabolizzato la maniacale preparazione del suo tecnico ed è vistosamente cresciuta rispetto allo scorso anno anche grazie all’equilibrio che garantisce alla seconda linea un libero di qualità assoluta come Max Colaci. Civitanova deve ancora trovare la giusta continuità di rendimento ma è molto forte, come singoli e come collettivo, questo è indubbio. Modena ha stupito fino a metà del secondo set di semifinale con la Lube, poi ha pagato oltremodo l’infortunio occorso al giovane Andrea Argenta, che fino a quel momento stata attaccando con il 100%: senza il suo opposto e senza un Sabbi ancora in grado di tenere il campo, ha dovuto issare bandiera bianca. Trento invece è apparsa irriconoscibile, come rendimento e come atteggiamento, venendo spazzata via da Perugia in semifinale: Lorenzetti dovrà lavorare ancora molto per portare il suo gruppo al livello delle altre tre grandi del campionato.
SUPER ROMA. A festeggiare la Del Monte Coppa Italia di A2 maschile è stata Roma al termine di una finale bellissima come intensità e carica agonistica, ottimamente interpretata da entrambe le protagoniste. A spuntarla per 3-1 su Bergamo dopo due ore abbondanti di pregevole pallavolo è stato il sestetto di Spanakis, letteralmente trascinato da un super Padura Diaz: l’opposto Italo-cubano ha messo a segno 30 punti ottenendo con merito il riconoscimento di mvp. Le due principali dominatrici del campionato adesso ripartono alla conquista della promozione in Superlega.
GRANDE SPETTACOLO. Il PalaFlorio di Bari per due giorni ha vissuto l’atmosfera della grande pallavolo, registrando il tutto esaurito sia sabato che domenica e vivendo in clima di straordinaria partecipazione di tutte le tifoserie. La Puglia ha risposto in maniera entusiasta, e questo è di buon auspicio per il girone del Mondiale che sarà in scena proprio qui dal 10 settembre. Tantissimi tifosi, aria gioiosa, correttezza sugli spalti e pochissima forza dell’ordine, perché non ce n’era e non ce n’è stato bisogno. Tutto perfetto anche durante le premiazioni e durante i momenti di intrattenimento che ho cercato di ravvivare con giocatori, arbitri, allenatori e pubblico. Peccato solo che il dirigente marchigiano di cui sopra (sempre lo stesso) dopo aver attaccato pesantemente gli arbitri se la sia presa anche con me urlando frasi senza senso come un forsennato (lo ha fatto davanti ai suoi giocatori per farsi bello e non a quattr’occhi, casomai avesse qualcosa da dirmi...). Non sto neanche a fare il suo nome, tanto la sua fama nell’ambiente lo precede e sanno tutti di chi sto parlando. Amen, problemi suoi: la certezza è che non può certo darmi lezioni di nessun tipo. Alla sua età avrebbe dovuto imparare come ci si comporta in un luogo pubblico. E io alla mia età ho ben altro di cui preoccuparmi, devo ammettere molto più serio e interessante.
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