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Piacenza: è la prima. Papi: la sesta
Piacenza: è la prima. Papi: la sesta
di Adelio Pistelli
10/03/2014
I giocatori di Piacenza festeggiano la vittoria in Coppa Italia davanti ai loro tifosi
I giocatori di Piacenza festeggiano la vittoria in Coppa Italia davanti ai loro tifosi
L'emozione di un successo. Una grande festa in un pomeriggio di volley poco spettacolare ma con tanto divertimento. Piacenza, sottorete fatica il primo set, gestisce come sa il secondo ed il terzo poi regala la prima coppa Italia ai propri tifosi che, paradossalmente, hanno faticato molto più dei loro eroi. Sostegno senza freni, martellante cantilena festosa all'interno di una PalaDozza stracolmo di gente. Urla, canti, poi la baraonda finale con il cubano
Simon
dalla barba gialla (protagonista stavolta più sugli spalti che sul campo) che festeggia insieme ai piacentini dalle ugole d'oro. Circa settecento persone che per la settimana che verrà probabilmente dovranno usare carta e penna per comunicare con qualcuno. Ma ne valeva la pena e, del resto, era la prima volta in cui poter sventolare la bandiera tricolore per portare a Piacenza una coppa Italia. Vinta, diciamolo subito dalla squadra più forte. Belli carichi di significato i cori a favore di Perugia, nei confronti di un avversario (e dei suoi encomiabili tifosi) che ha il grande rammarico di aver perso ai vantaggi il primo parziale che, al contrario, magari avrebbe potuto allungare un match che, come accennavo, non c'è più stato. Emozione di un successo che era nell'aria dalle parti di piazza Cavalli, a Piacenza. Ma forse in tanti da quelle parti e quelli che erano a Bologna per la final four (perchè non dirlo) speravano di festeggiare dopo una super sfida contro Macerata. Invece, sapete come è andata: Lube malinconicamente a casa dopo la figuraccia contro gli umbri (a proposito: pare ci sia stato un incontro chiarificatrice tra il tecnico dimissionario e la società, pare) e Perugia che ha fatto la sua straordinaria figura prima e sopratutto eliminando i marchigiani poi, restando attaccata alla volata vittoriosa della Monti band. Dove c'era anche un marchigiano che di emozioni per un successo ne può raccontare senza soluzione di continuità:
Samuele Papi.
Quarantuno anni e nasconderli, o quasi. "
Ma è dura giocare due partite in due giorni a questi livelli"
diceva sorridendo mentre la tifoseria urlava ripetutamente il suo nome. E' dura ma intanto porta a casa la sua sesta coppa Italia in carriera, record per un giocatore in attività, a conferma che la sua presenza sottorete era e resta qualcosa di magico. E visto che parliamo di personaggi irrepetibili, è giusto chiudere con un altro giovane quarantunenne:
Goran Vujevic
. E' l'anima di un team (umbro) che, giustamente, si esalta per le schiacciate di
Atanasijevic
, per i muri di
Buti e Semenzato
, per le difese di
Giovi
, per la diligente regia di
Paolucci
ma Goran il montenegrino merita una vetrina tutta sua. A prescindere.
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