Piero Molducci, spagnolo-romagnolo d.o.c.

di Lanfranco Dallari

31/01/2013

Piero MolducciPiero Molducci
Piero Molducci
Piero Molducci è un tecnico preparato, ironico, sempre pronto allo scherzo e alla battuta, al punto da essere definito un romagnolo d.o.c.; ha scelto la Spagna per continuare la sua carriera da allenatore, ritornando all'Unicaja Almería con la quale si era laureato campione di Spagna nel 2005, lasciando la sua impronta vincente prima di rientrare in Italia (alla guida prima di Perugia e poi di Forlì, per 5 anni consecutivi: nel campionato  2007-08, battendo la Marmi Lanza Verona ha ricondotto la squadra romagnola in A1 dopo sette anni).
Ma ora Pierino è tornato in terra iberica. Hai trovato cambiata questa tua nuova terra d'adozione? "In spagna la situazione volley è molto peggiorata anche perchè la crisi si sta facendo sentire molto. Il campionato è a 10 squadre delle quali la metà sono abbastanza forti, mentre le altre sono composte da gente che non è professionista, ovvero gioca e lavora. La mia squadra è formata da giovani e da giovanissimi, l'età media in campo è di 22 anni, però sono giovani bravi. Qui a livello giovanile ci sono buoni giocatori, poi si perdono per strada perchè il volley non ti dà da vivere bene. La mia scelta di venire ad allenare qui è stata determinata dall'ottima qualità di vita che c'è, dal clima e da tante altre cose. Avrei potuto allenare in A2 in Italia ma ho preferito così e di questo sono contento. Qui mancano i soldi ma c'è entusiasmo da buoni spagnoli. Il calcio e il basket la fanno da padroni, ma anche la pallamano e il calcio a 5 sono su ottimi livelli. Ho allenato qui nel 2005 e il livello è purtroppo peggiorato, Teruel che è la squadra in assoluto più forte, negli ultimi anni ha vinto tutto, anche perchè spende il doppio di noi e tre-quattro volte quello delle altre società. Non so che aggiungere, spero solo che la mia squadra continui a giocare così".
Come ti sembra il campionato italiano di Volley? Continui a seguirlo? "Il campionato italiano lo seguo sempre e non ha niente di nuovo, è sempre il migliore. Non condivido le non retrocessioni e penso che se la giocheranno sempre le stesse, c'è troppa disparità economica con le altre squadre".
Ti manca la tua terra? "Della Romagna mi manca solo la famiglia perchè qua è in effetti come essere in Romagna, c'è voglia di vivere e divertirsi; in piu' il clima aiuta... anche oggi ci sono 22 gradi".
Sei tornato ad Almerìa... "Sono ad Almerìa come nel 2005 quando vincemmo lo scudetto, dopo quel successo non hanno più vinto, ora sperano di vincere nuovamente; allora avevo una squadra buona, adesso ho una buona squadra, a livello delle ultime della serie A1 italiana, però è giovanissima".
Che programmi hai Pierino? "Io vivo molto alla giornata, in questo momento qui sto bene, per il futuro non so: forse potrei tornare in Italia o andare da un'altra parte, al momento non ci penso. Come tutti gli allenatori mi auguro di vincere il più possibile".
Che cosa cambieresti nella pallavolo per renderla ancora più spettacolare? "Penso che la pallavolo vada bene così, il problema è che non abbiamo sfruttato i momenti stellari che abbiamo avuto. Ha in effetti a mio avviso un solo problema, ovvero che è poco televisiva, le attuali riprese non sono il massimo, darei spazio ai rallenty e ai particolari che sono il succo di ogni sport".
Vedremo presto il grande Piero nuovamente su una panchina italiana? "A me le cose devono prendermi, la mia fortuna è che non vivo di volley, se c'è un progetto buono sì, come ho fatto a Forlì 5 anni fa quando abbiamo centrato 2 promozioni in due anni poi e poi ho allenato l'A1 per tre stagioni, con mille problemi economici, a volte guardavo la panchina degli avversari e pensavo che da me avrebbero giocato quasi tutti. Cosi la voglia passa e cerchi nuove strade".
Hai insegnato agli spagnoli giocare a tresette? "Io qui a carte non gioco, però so che qui hanno un gioco molto simile".
Dimmi un difetto di voi romagnoli... "Noi romagnoli siamo tutti troppo polemici e molto spesso non guardiamo il bene comune ma solo il nostro orticello. Sono fiero di essere romagnolo nel giusto senso della parola, ma i nostri valori ormai si vanno perdendo, la globalizzazione sta appiattendo tutto e tutti".
Grande! quando torni ci beviamo una birra al Fantini (Fantini Club, splendido stabilimento da sempre casa di tutti i pallavolisti e non solo!) a Cervia dal mitico Claudio! “Perfetto. Con grande piacere!”.
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