Potenza Picena in Superlega: quando la realtà supera la fantasia

di Adelio Pistelli

13/05/2015

L'esultanza dei giocatori di Potenza Picena per la promozione in SuperlegaL'esultanza dei giocatori di Potenza Picena per la promozione in Superlega
L'esultanza dei giocatori di Potenza Picena per la promozione in Superlega
Poco più di sedicimila abitanti da ieri hanno un motivo in più per rilanciare con orgoglio 'sono di Potenza Picena'. Il volley, uno sport che è lentamente diventato grande in questa cittadina marchigiana in riva all'Adriatico, da ieri è un punto di riferimento irreversibile anche per chi, la pallavolo, l'ha sempre seguita di riflesso o, magari, per sentito dire. E' giusto così. Il trionfo della squadra di Graziosi è di tutti, deve esserlo. Dopo il definitivo successo di Corigliano, nessuno ha posto veti al suo entusiasmo e nessuno, ancor più, ha pensato di guardare oltre allo straordinario momento che sta vivendo. Potenza Picena, da semplice (si fa per dire) protagonista dell'A2, ha fatto lentamente saltare il banco - ma visto come sono andati i play off promozione, meritatamente - e, trentasei anni dopo la sua nascita agonistica, eccola arrivare nell'Olimpo del volley dove trova, intanto, i cugini, della Lube. Di una società, per esempio, che ha prestato cinque suoi giovani a chi avrebbe poi vinto il torneo di A2.
La pazienza e la tranquillità necessitano di molta pratica: a Potenza Picena lo sanno. Vero, la serenità da sola non fa punti ma aiuta a ponderare, a capire e gestire situazioni che possono, di colpo, rovesciare ogni pronostico. Però, intanto, va analizzato come e perché Casoli e compagni si sono felicemente trovati a barcamenarsi nei meandri di una situazione tanto importante.La squadra del presidente Giuseppe Massera (numero uno di una società ricca di dirigenti autentici amanti del volley) ha il grande merito di aver giocato ogni match senza particolari pressioni. Ogni sfida della lunga stagione è iniziata e finita senza speciali obiettivi, se non quello di andare sottorete, lottare con massima determinazione su ogni pallone per capire, alla fine, cosa era stato possibile raccogliere. Ha raccolto tanto, guardando all’attualità. Ma i play off contro Corigliano sono solo la punta dell’iceberg di una scalata che resterà storica, proprio per come s’è sviluppata. Per come, pert esempio Gianluca Graziosi ha contribuito a farla sviluppare.
Al suo terzo anno sulla panchina di Potenza Picena, il giovane coach ha suoi particolari grandi meriti. Ha gestito mesi di attività con oculatezza; ha diretto il suo team da veterano e, con umiltà s’è affidato anche all’esperienza di Cristian Casoli, quarantenne arrivato in riva all’Adriatico con il suo grande passato ma sempre andato sottorete con semplicità e mirando all’essenziale. Così, a piccole ma significative dosi, la società, la squadra e tutto l'ambiente di Potenza Picena hanno iniziato ad assaporare momenti forse del tutto inattesi. E quanto è accaduto durante i play off sino ad arrivare al successo finale su Corigliano è solo il magnifico riscontro ad una stagione da incorniciare, che fa il pari, magari, con la primavera del 2012 quando dalle parti del PalaPrincipi (e non solo), veniva festeggiata la prima A2, trentatre anni dopo la nascita della società.
E Adesso ecco addirittura l'A1: quando la realtà supera la fantasia, perché non dirlo... E intanto diventa facile farsi e fare una domanda: cosa succederà nel prossimo futuro? Con un palasport del tutto inadeguato, con una squadra praticamente da rifare, saranno settimane sicuramente impegnative. Lontano da giustificati festeggiamenti, la società dovrà analizzare la nuova realtà e definire il futuro prossimo. Ma intanto, che festa sia.
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