Prandi e Fenoglio: generazioni (piemontesi) a confronto

di Adelio Pistelli

18/03/2013

Il Prof. Silvano PrandiIl Prof. Silvano Prandi
Il Prof. Silvano Prandi
Sono entrambi piemontesi, uno di Cuneo, l’altro della provincia (San Benedetto Belbo). Il primo, Fenoglio, ha ventitre anni di meno del professor Prandi, tecnico arrivato, in questa gara-due degli ottavi play off, alla sua straordinaria panchina numero 1.500. Entrambi a caccia di un risultato importante in importanti sfide che possono regalare una ‘coda’ interessante dopo una stagione interessante: per due.
San Giustino, per esempio. Il team umbro ha centrato un traguardo che in pochi, alla vigilia, avevano anticipato. Un premio in più per il suo tecnico Marco Fenoglio che ha regalato ai suoi, intanto, grande carattere. Il quarantatreenne cuneese ha costruito la squadra a sua immagine e somiglianza e, se solo potesse, andrebbe in campo per evitare di far cadere questa o quella palla. Ogni azione è come se fosse l’ultima per come è in fibrillazione, per come si agita, urla, lancia consigli. Il suo team si scuote, spinto da questo coach senza freni a caccia di ulteriori soddisfazioni dopo quelle centrate alla guida di una formazione femminile (scudetto, per esempio, a Bergamo).
Al suo primo anno da ‘primo’ in A1 maschile (dopo due stagione in A2, ad Isernia) Fenoglio ha cercato con il ‘suo’ San Giustino, dopo una buonissima stagione regolare, il grande salto sapendo però delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare. Non fosse altro perché sulla panchina di Latina (l’avversario degli ottavi play off) c’è contro un concittadino illustre: Silvano Prandi.
Il professore, che non ha mai amato essere etichettato ‘il decano’ della sua categoria, al contrario di Fenoglio, quasi non si nota durante un match. Cartellina nella mano sinistra, penna sulla destra, questo esperto sessantaseienne, segue ogni partita con flemma inglese mascherando una evidente (e giustificata) tensione, soprattutto quando arrivano partite particolari come i play off. Delle quali Prandi è un super esperto non solo per i tanti giocati (assente solo nel 2004 e 2011), con formazioni di prima e seconda fascia. Ma anche perché queste sfide sono nate, agli inizi degli anni ottanta e che hanno rivoluzionato e allungato i campionati, nati soprattutto per mettere un freno allo strapotere della Klippan Torino guidata proprio dal professore. E, arrivando ai giorni nostri, eccolo lì quasi impassibile cercare, dopo aver bloccato il gioco con improvvisi time-out, il pass dei quarti con Latina (che ha vinto gara-uno) nel ‘catino’ di San Giustino. Nel palas casa operativa del concittadino (o quasi) Marco Fenoglio che, per due set (i primi), ha presentato una squadra quasi perfetta. Poi la maggiore esperienza dei pontini ha prodotto un tie break punto a punto, splendido, ricco di emozioni, con qualche protesta di troppo e diventato fatale per la Prandi band martoriata da un Maric stratosferico terminale degli umbri. Arrivederci a domenica e stavolta non ci saranno più appelli.
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