Quel numero 17....

di Paolo Montagnani

28/03/2013

Poalo Montagnani durante un time outPoalo Montagnani durante un time out
Poalo Montagnani durante un time out
La pallavolo giapponese ha sempre suscitato in me grande curiosità, sarà per le loro magliette perfette, le loro vistosissime ginocchiere, sarà per i palazzetti sempre pieni e ordinati anche nel tifo, oppure per la ricerca dell'estetica in ogni gesto tecnico, non lo so, ma quando c'erano alla televisione le partite che riguardavano il Giappone erano per me più divertenti delle altre.
Nella famosa partita vinta dalla Nazionale Italiana con una "super-rimonta" contro il Giappone, nel 2008, per la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino, il più giovane giocatore in campo con la maglia nipponica numero 17, mi impressiona non solo per i tanti punti che fa alla nostra Nazionale o per il modo in cui si muove o per l'atleticità che ha, ma per il mix di felicità di giocare a pallavolo, serenità e aggressività tecnica che trasmette. Purtroppo per lui e meno male per noi ,la sua grande partita non basterà per battere Birarelli e soci.
Nella mia fortunatamente breve esperienza a Taranto, durante la fase di allestimento della squadra, cerco in tutti i modi di portare in Puglia quel numero 17, ma sorvolando sui motivi, non riesco a farlo.
Arrivo a Padova nel gennaio 2010 e trovo Yu Koshikawa.
Tra noi il feeling è immediato, lui sapeva che io lo avevo cercato qualche mese prima, e il fatto che io abbia conoscenze della pallavolo giapponese mi aiuta nel creare un bel rapporto. Appena ripresosi da un infortunio, con me comincia a giocare titolare in maniera stabile e facendo un finale di campionato molto buono. Nel suo blog mi definisce "l'uomo del suo destino", sotto la mia guida acquista molta sicurezza e a Padova viene apprezzato da tutti per la sua professionalità, simpatia e per il fatto innegabile che "sa giocare a palllavolo". Yu rimane a Padova anche la stagione successiva, giocando un campionato esemplare, risultando uno dei principali artefici della nostra storica promozione in A1. Ricorderò per sempre il primo abbraccio dopo che l'ultimo pallone schiacciato da un grande Uchikov toccò terra nella partita promozione a S.Croce: un abbraccio a tre...mia moglie Silvia, io e Yu Koshikawa. Bellissimo. Ancora un altra stagione a Padova e nel maggio scorso un suo sms che diceva "Cambiamo il pallavoro giapponese?" ha di fatto stravolto la vita futura della mia famiglia.Il messaggio mi è sembrato forse troppo ambizioso ma sicuramente stimolante. Da qui è cominciato tutto ed ora ci ritroviamo a Osaka.... Koshikawa qui è un mito, è sicuramente il giocatore più famoso, grazie alle molte pubblicità che lo ritraggono ma soprattutto per la spettacolarità del suo gioco. E' presente in tutte le classifiche di rendimento individuale e sicuramente l'esperienza fatta in Italia lo sta aiutando tantissimo. Ci sono i commenti di due giocatori che hanno giocato con YU che mi sono rimasti impressi. Mattia Rosso un giorno disse che YU trasmette grande personalità pur conoscendo due parole in italiano! E la seconda di Omrcen, prima di uno dei nostri incontri, "nella V-League Koshikawa sembra Kaziyski....",punto di riferimento in attacco e determinante in battuta.
Il nostro è un rapporto particolare, basato su una conoscenza e una stima reciproca profonda, ci si intende con uno sguardo e anche se più di una volta ci si è confrontati duramente, c'è sempre stata la consapevolezza che tutti e due "giochiamo" per il bene della squadra e nel rispetto dei nostri ruoli. Yu ormai conosce a memoria il mio sistema di gioco, capisce i miei stati d'animo e sa quello che io chiedo in ogni situazione ed è quindi senza ombra di dubbio il mio miglior soldato!
Nella mia vita pallavolistica ho avuto la fortuna di giocare insieme ,e anche la fortuna di allenare, grandi campioni e posso dire che Yu Koshikawa è tra questi perchè si può essere campioni anche con dei difetti tecnici.
Alla prossima amici.
P.S: Ok YU,....ora però... fammi vincere lo scudetto!!!!
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