Radostin Stoytchev e Trento: concretezza

di Adelio Pistelli

11/11/2010

Radostin StoytchevRadostin Stoytchev
Radostin Stoytchev
"Niente deve essere temuto, solo compreso". Quando un anonimo filosofo rilanciava questo significativo concetto, non avrebbe ovviamente mai potuto immaginare che sarebbe diventato uno dei ‘motti’ di Radostin Stoytchev, allenatore bulgaro di Trento. Quarantuno anni compiuti a settembre, dall’estate 2007 in Italia, l’uomo venuto da Sofia (via Mosca) ha gradualmente ma, irreversibilmente, lasciato la sua impronta. Non solo per quello che Trento ha vinto nelle ultime stagioni (uno scudetto, due Champions League, un mondiale
per club) ma anche e soprattutto per come Trento ha concretizzato i suoi successi: consapevolezza delle proprie forze e tanto, tantissimo lavoro di palestra. Sui queste basi Radostin Stoytchev ha dato lo scossone all’ambiente trentino e adesso è lui, il punto di riferimento, l’esempio da seguire.
E poi c’è il ‘non temere ma capire’ chi sta dall’altra parte della rete, che è diventato il punto di partenza alla vigilia di ogni appuntamento previsto in agenda da Trento che schiaccia.
Per esempio, la sfida di domenica a Macerata contro la Lube. “Gran bel match, attenzione alla formazione marchigiana. E’ più forte della scorsa stagione e non solo per l’arrivo di Savani. E’ un team che, se volete – ricorda lo stesso Stoytchev - siamo solo all’inizio ma ha già lanciato significativi messaggi. Una squadra completa, con grande equilibrio tattico, avversari pericolosi sicuri protagonisti del campionato. Meglio così, anche per noi, un test significativo in questo delicato periodo di crescita: avremo altre precise risposte al nostro momento”.
Un momento che sembra già molto buono, però…
“Da una settimana appena siamo veramente al completo. Non giochiamo bene, ma era tutto previsto. Abbiamo vinto gare importanti ma serve tempo, ancora tanto tempo”.
Magari adesso state preparando soprattutto il mondiale per club previsto per metà dicembre a Doha, nel Qatar “Mica vero. Non mi piace guardare tassativamente all’obiettivo primario ma lavoriamo per trovare definitivamente la migliore condizione che deve servire per qualsiasi appuntamento”. E comunque il pianeta volley ha individuato in Trento e Cuneo le due squadre battistrada… “Ho già detto di Macerata, al nostro livello. Però vorrei sottolineare e ricordare la forza dei campioni d’Italia di Cuneo. Il tecnico Alberto Giuliani, che ha fatto un grande lavoro la scorsa stagione, si ritrova con un team che da forte, è diventato fortissimo con una panchina ‘ricca’ per gli obiettivi che i piemontesi giustamente inseguono. E’ Cuneo la squadra da battere, assolutamente”.
Potrebbe diventare anche un vostro avversario in Champions League… “Potrebbe, ma intanto guardiamo al campionato e quello scudetto vinto contro di noi a maggio, vogliamo riprendercelo”.
In un campionato dove l’equilibrio appare scontato “Il torneo era già molto equilibrato lo scorso anno e lo sarà anche stavolta considerato che un po’ tutti hanno fatto precisi cambiamenti. Campionato difficile e non vorrei sezionarlo parlando, per esempio, di seconda fascia: ogni partita nasconde il suo carico di sorprese. Per un pallone potresti perdere traguardi importanti”.
A proposito di palloni: nel nostro torneo si gioca con il Molten, in Europa e nel mondo con il Mikasa con i problemi che sappiamo, che in molti hanno sempre sollevato… “E’ un problema serio, se ne parla da anni. Ma poi, ce ne sarebbero di cose da dire in questa pallavolo che regala, si fa per dire, diversi modi di giocarla.
Sono interpretazioni che non mi trovano d’accordo ma non posso farci nulla. Quindi, niente alibi“. 
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