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di Luciano Pedullà

02/05/2013

Il muro di PiacenzaIl muro di Piacenza
Il muro di Piacenza
I risultati delle recenti gare hanno sancito il proprio verdetto con una finale inedita per il campionato di pallavolo femminile tra Piacenza e Conegliano. Per il quarto hanno, quindi, il tricolore cambierà casacca vestendo i colori di una squadra che mai fino ad ora era riuscita ad approdare ad un traguardo di questo tipo. C’è da rallegrarsi per gli exploit compiuti da queste due società che appena quattro stagioni fa erano retrocesse in copia al termine del torneo di A1 poi ripescate ed autrici di imprese differenti. Conegliano sparita e ricostruita su basi più solide con un programma di lavoro a lungo termine ma che sta già portando risultati esaltanti dalla prima stagione. Al di là della finale conquistata e con essa la partecipazione alla Champions League 2013-14, la formazione veneta ha fatto vedere, se ancora ce ne fosse bisogno, a tanti scettici che basta il lavoro serio, corretto e costante di un gruppo di professionisti per arrivare ad un risultato ambizioso. Lo ha fatto il tecnico Marco Gaspari che quest’anno ha mostrato alla ribalta nazionale il suo volto di allenatore capace, umile e preparato. Ha preso in mano un gruppo di giocatrici con tanta voglia di imparare per essere elementi importanti della squadra azzurra ed hanno operato con abnegazione. Barcellini, Camera e Fiorin prima di tutto sono state grandi protagoniste della sorpresa generale di come sia possibile ottenere notevoli progressi solo attraverso tante ore di allenamento in palestra. Con loro Barazza, alla sua seconda giovinezza ma pare che avere un figlio faccia migliorare il rendimento delle giocatrici talentuose, Calloni e Rossetto hanno calcato il campo con un’altissima tensione agonistica che le hanno fatto disputare la loro stagione migliore. Una squadra quella di Conegliano nella quale è inserita una sola atleta straniera, indice di come si possa essere competitivi anche senza l’obbligo di andare oltre cortina a cercare le capacità prestative di atlete che abbiamo in grossa quantità in Italia, basta conoscerle! Si dice che le giovani straniere costino di meno alle società ma è difficile pensare che l’investimento fatto dalla dirigenza della società veneta sia stato smodato, bravi quindi a inserirsi con ambizione ma senza sconsideratezza. Un esempio per tutti, come già ce ne sono stati in passato ma che purtroppo non hanno avuto seguito e simpatie da tante dirigenze. Piacenza è stata ripescata ripetutamente da retrocessioni onorevoli, combattute fino alla fine ma che avevano decretato la momentanea fine di un’avventura nel massimo campionato. La società emiliana ha però continuato a credere nella sua forza organizzativa e ha fatto bene perché quest’anno ha raccolto tutto quello che ha seminato nelle stagioni precedenti. Ha una squadra solida ed esperta, il favore del pronostico ma adesso ha un ostacolo sul proprio cammino quella di una formazione che vuole entrare nella storia arrivando davanti al suo primo campionato! Busto e Bergamo lasciano il campionato con onore e stile. Sono la ricchezza della pallavolo femminile italiana che Federazione e Lega dovranno preservare a lungo. La formazione varesina non è riuscita a risolvere tutti i problemi che una stagione lunga e impegnativa su tre fronti ha portato in termine d’infortuni, doloroso soprattutto quello di Lloyd, palleggiatrice intorno alla quale era impostata la squadra. Bravi Caracuta e Parisi a far dimenticare a tutti che la squadra era zoppa e lo sono stati ancora una volta il pubblico e la società che hanno sostenuto il lavoro di questo gruppo. Il campionato positivo di Bergamo è figlio del buon lavoro di Lavarini, attento e preciso tatticamente durante i time out, ma anche determinato e assertivo quando il momento lo indicava necessario. La squadra l’ha seguito e la società l’ha sostenuto arrivando ai risultati che difficilmente si potevano pronosticare a inizio stagione: adesso per le orobiche inizia un’altra era e presto le rivedremo ancora protagoniste e vincenti. Quattro società che hanno impreziosito un torneo attanagliato da troppi problemi per una nazione che attende l’arrivo del Campionato Mondiale nel 2014 e ai quali si è aggiunto il triste l’abbandono di Villa Cortese. Un vero peccato che la pallavolo perda una persona come Flavio Radice grande imprenditore che ha dato sempre l’impressione della massima onestà e passione, che non è riuscita ai traguardi ambiziosi che voleva ma che ne ha raggiunti di importanti e incancellabili.
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