Semplicemente Fefè

di Lorenzo Dallari

04/06/2013

Fefe' De Giorgi a SKY Sport 24 con Lorenzo Dallari e Giuliano BergamaschiFefe' De Giorgi a SKY Sport 24 con Lorenzo Dallari e Giuliano Bergamaschi
Fefe' De Giorgi a SKY Sport 24 con Lorenzo Dallari e Giuliano Bergamaschi
Simpatico, effervescente, imprevedibile come sempre. Fefè è sempre Fefè, non c'è che dire: brillante, arguto, sempre attento. E' stato così anche quando ho avuto il piacere di ospitarlo a Sky Sport 24, per parlare di pallavolo a tutto tondo. "La mia esperienza in Russia è stata oltremodo stimolante, molto diversa rispetto a quello che avevo vissuto prima, e molto arricchente: tempi diversi, distanze infinite, una città gigantesca come Mosca nella quale tutto ha dimensioni spropositate". E qui sorge il primo dubbio: Mosca? Ma De Giorgi non ha allenato (e allenerà anche nella prossima stagione) il Novy Urengoy? "Tutto vero: la mia squadra è quella di Novy Urengoy, a pochi chilometri dal circolo polare artico, dove ho toccato con mano meno 42 gradi, la più grande riserva di gas della Russia, ma la squadra vive e si allena a Mosca. Dove peraltro gli spostamenti sono proibitivi. E quando dobbiamo andare a giocare ci toccano ore e ore di aereo". E questa è una variabile di rilievo rispetto al passato. "In questa stagione abbiamo dovuto sorbirci una novantina di voli, facendo tanti chilometri come se avessimo girato tre volte e mezzo il mondo: questo ha comportato meno tempo per allenarci e tanti problemi legati alle ore passate in aereo. Senza dimenticare la differenza del fuso orario tra una città all'altra, da una a tre ore, perchè le Russia è davvero grandissima: questo ha comportato la necessità di cambiare il sistema di allenamento e di preparazione, inevitabilmente". Alla fine comunque non è andata malissimo, grazie pure al lavoro prezioso dello staff e di Giuliano Bergamaschi, il mental coach da sempre al suo fianco che lo ha accompagnato anche a Sky... "Abbiamo finito al sesto posto il campionato, non male a essere sinceri. Sono nel complesso soddisfatto, e per la prossima stagione ci siamo rinforzati con Valerio Vermiglio, ancora uno straordinario palleggiatore, e il polacco Winiarski, grande giocatore. Sono contento, e spero di fare meglio rispetto a quest'anno". Senza dubbio un'esperienza di vita particolare quella che Fefè ha vissuto... "Quello che mi è mancata di più è la mia famiglia, visto che mia moglie Maria e i miei figli sono rimasti in Italia: in dieci mesi li ho visti in tutto solo 15 giorni, ho fatto i conti. Troppo poco. Però ho potuto toccare con mano una realtà molto diversa da quella italiana, da ogni punto di vista, non solo pallavolistico: cultura, modo di vivere, cibo, dimensioni delle città. Pensate che ad esempio a Novy Urengoy la squadra di pallavolo è stata creata per allietare le domeniche dei tanti operai che lavorano alla Gasprom, proprietaria della squadra, per dare loro un diversivo: la vita là è così dura che vengono avvicendati ogni quattro mesi". Quanto ti manca l'Italia? "Tanto, inutile fingere il contrario: però ritengo questa una semplice parentesi, che tra l'altro sono felice di poter vivere. Poi vedremo dove mi porterà in futuro la pallavolo, da sempre la mia vita". Questo l'estratto dei concetti più significativi di una conversazione all'insegna del sorriso, durante la quale la serietà è stata alternata a tanti momenti ilari. Perchè con Fefè, un amico che conosco praticamente da sempre, ogni volta è così. Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo e ci è parso di esserci lasciati qualche ora prima. Un bellissimo pomeriggio, infarcito durante la diretta da tante belle immagini che ne ritraevano alcuni dei momenti più belli di una carriera meravigliosa, sia in maglia azzurra, sia nelle vesti di giocatore a Padova e a Cuneo ("Nella finale della Coppa Italia al Forum di Assago le mie manine pelose hanno murato Dineikin, che mi sovrastava di 30 centimetri, e il pubblico è impazzito"), sia da allenatore sulla panchina di Macerata ("Dove abbiamo vinto uno scudetto incredibile battendo contropronostico la favoritissima Sisley Treviso a Pesaro davanti a 12.000 tifosi, un momento che non dimenticherò mai"). Grazie Fefè, per i tanti bei momenti che hai regalato a me e a tutti quelli che ti hanno conosciuto.
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