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Silvano Prandi, il secondo esonero mi ha lasciato l'amaro in bocca
Silvano Prandi, il secondo esonero mi ha lasciato l'amaro in bocca
di Lorenzo Dallari
26/01/2011
Silvano Prandi
Silvano Prandi
Ciao Silvano, come va?
“Bella domanda: da un lato sono arrabbiato a morte perché non mi piace chiudere le avventure in questo modo. Nella mia carriera, lunga ben 35 anni, era successo solo una volta, a Trento: devo lasciare il mio posto, che mi inorgogliva molto vista la tradizione della società e della città nella quale lavoravo. Però mi ritengo un uomo fortunato e visto che sono già cominciati i "tam tam", la mia mente è proiettata verso nuove esperienze: del resto per mia filosofia preferisco guardare al futuro invece che girarmi indietro”.
Cosa è successo?
“Sinceramente non so ancora su quali presupposti si fonda questo esonero modenese. Non posso certo negare che abbiamo vissuto una stagione un po’ difficile, anche quando abbiamo vinto, ma nella mia carriera ho affrontato tanti momenti complicati con le mie squadre, perché non è inusuale vivere alti e bassi durante la stagione. Se si falliscono degli obiettivi qualcuno di solita paga, e non è raro sia l’allenatore. Però ultimamente credo si facciano troppi drammi: ad esempio adesso sento parlare del fallimento di Trento dopo la sconfitta di domenica con Cuneo in Coppa Italia. Mi pare un po’ esagerato. Non riesco ancora a farmi una ragione logica del mio esonero: però rispetto le decisioni prese dai dirigenti gialloblu”.
Quali colpe ti attribuisci?
“Io ne ho senza dubbio, come ne hanno sempre tutti gli allenatori: il nostro è un mestiere così complesso, variegato, e di errori è inevitabile commetterne. Nella mia gestione di questa stagione di errori ce ne sono stati, ho fatto tantissime analisi con Placì e Piroli, e alla fine devo concludere che quanto è successo è stato determinato da una serie concause”.
Che squadra lasci?
“Una squadra interessante. Io ho visto un momento di svolta, quando abbiamo vinto a Monza nell’ultima girone di andata: questo ha comportato un grosso dispendio di energie, in quanto la società ci teneva moltissimo a raggiungere quel quarto posto che significava buone premesse per i quarti di Coppa Italia. Poi la squadra si è come rilassata, abbiamo giocato ogni tre giorni tra Italia ed Europa, ci siamo svuotati. Siamo incappati in un momento di calo di tensione emotiva, entrando in una fase negativa. Adesso però il mio esonero rimetterà in pressione la squadra: fisicamente sta bene, non ha nessuna problematica, tutti i giocatori sono in buone condizioni. E sicuramente Daniele Bagnoli saprà dare gli stimoli giusti per farla ripartire in buona efficienza”.
Cosa farà Bagnoli secondo te?
“Credo che saprà rimettere questa squadra in condizioni per riprendere brio e la voglia di combattere al massimo delle sue potenzialità. Se farà bene può arrivare quarta al termine della regular season“.
Cosa farà invece Prandi?
“Adesso appartengo alla categoria di quelli che si girano i pollici, come mi ha scritto Fefè de Giorgi, e sto attento a quello che mi succede intorno… Il mondo del volley mi pare in una fase effervescente… e allenando la Bulgaria mi sono reso conto che gli orizzonti sono ampi e le opportunità più numerose di quelle che immaginavo”.
Hai ragione, caro Silvano. Con la conferma che la vita dell’allenatore è davvero strana: a settembre avevi due panchine, quella bulgara e quella di Modena, adesso sei senza…
Ah, dimenticavo: chi vince lo scudetto?
“Prima della Coppa Italia tutti dicevano Trento, adesso tutti dicono Cuneo. Mio figlio appartiene a questa società anche se è in prestito, io sono cuneese, sono molto legato a questa squadra e a questa città: dico Cuneo, per simpatia”.
In bocca al lupo, amico mio!
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