Storia di un italiano (e di un’italiana)

di Luciano Pedullà

11/03/2013

Giovanni Guidetti, Bomber Re di ChampionsGiovanni Guidetti, Bomber Re di Champions
Giovanni Guidetti, Bomber Re di Champions
Ci vuole poco per capire che la dinastia turca ormai ha preso il sopravvento, con la vittoria della terza Champions League femminile negli ultimi tre anni. Una supremazia che ha anche il nome di Giovanni Guidetti che in questo periodo si è aggiudicato per due volte il trofeo, perentoriamente e meritatamente. Il successo del Vakifbank di Istanbul è quello della squadra che ha giocato la migliore pallavolo europea, capace di grandi difese, limitando anche due attaccanti stratosferiche come Calderon prima e Montano in finale: per quest’ultima, autrice di 43 punti contro Busto, i numeri parlano di una efficacia del 12% in attacco contro la formazione turca. Merito della difesa saggiamente preparata dall’allenatore italiano che fa di questo fondamentale l’arma in più in tutte le squadre che allena, vera caratteristica ed espressione del suo gioco. Certo ci vogliono tante ore di palestra affinché la propria squadra possa affinare dapprima la tecnica, poi la mentalità e infine l’impostazione filosofica e tattica che Guidetti cerca di imprimere alle squadre che allena. Ore di sudore vero, derivato dai minuti impegnati ad attaccare, potentemente e altrettanto precisamente, sulle braccia delle giocatrici in campo o magari anche pochi centimetri davanti a loro per fare in modo che la palla possa essere presa anche se non sempre difesa. E ci vuole tanta fatica a far capire alle giocatrici, spesso più avvezze a sentire il canto delle proprie schiacciate sul pavimento di gioco, che con l’attacco si vincono le partite, ma con la difesa si vincono i campionati. Per diventare i più forti bisogna battere i più forti: adesso il divertimento per gli allenatori di tutto il mondo sarà quello di battere il modenese Giovanni Guidetti! Busto è arrivata terza, un risultato che non solo fa grande onore alla formazione varesina ma che premia la pallavolo italiana, e questo grazie al grande lavoro di Carlo Parisi, capace di esprimersi a livello delle migliori formazioni europee. Le lombarde, infatti, hanno espresso le loro potenzialità combattendo competitivamente con Baku e Galatasaray, superiore nel gioco ma battute dallo strapotere fisico della multinazionale Azera e in più con il rammarico di non aver potuto disporre a tempo pieno di Lloyd. Le campionesse d’Italia sono ritornate con una medaglia al collo che le formazioni italiane non avevano più indossato dalla Champions del 2010 quando Bergamo superò in finale il Fenerbahce segno dell’inizio della scalata al vertice della pallavolo turca, solo due volte sul podio prima di allora e adesso 5 volte in quattro anni. Perché, non dimentichiamo che, a Istanbul ha vinto prima di tutto la pallavolo della penisola anatolica che ha messo in campo con la formazione diretta da Guidetti ben quattro giocatrici su sette della Turchia (contrariamente al Galatasaray che ne contava solo due) che nei momenti importanti hanno saputo imprimere il gioco alla squadra con le grandi difese di Güresen, poi miglior libero della manifestazione, gli attacchi delle palle più importanti di Sonsirma, che ha firmato il punto decisivo del match finale, o l’80% di palla a terra di Toksoy, centrale poco osannato ma costantemente spina nel fianco di ogni avversario. La razionalità aveva detto Vakifbank vittorioso, e il campo ha giustamente premiato la squadra più forte, ma l’Italia deve andare orgogliosa di una finale che ha visto l’apoteosi per i tecnici italiani e il terzo posto della squadra di Busto che ci fa dire che la pallavolo italiana è ancora distante da cedere definitivamente il passo. La settimana ha anche segnato il ritorno sul parquet di Lucia Crisanti, dopo cinque mesi dall’infortunio, operata poco più di cento giorni fa al legamento crociato, che ha saputo recuperare in tempi miracolosi. Forse non sarà famosa come Baresi, prodigiosamente in campo in seguito ad un’operazione al menisco dopo alcune settimane, ai mondiali di calcio nel 94, ma merita le stesse citazioni e gli stessi complimenti, per la tempra che ha avuto e che l’ha portata a giocare ed avere il 75% di efficacia in attacco nella gara con Piacenza. Bell’esempio di Italianità, fatta di coraggio, carattere e determinazione: ancora complimenti Lucia!
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