Trento-Cuneo: Coppa Italia in bilico

di Adelio Pistelli

30/01/2010

Trento-Cuneo: Coppa Italia in bilico
Prima volta di Trento, la sesta di Cuneo: eccola finale di coppa Italia. Il carattere dei piemontesi (‘ragazzi coriacei’ come ha detto il suo tecnico) ha prodotto un epilogo che nessuno, adesso, è in grado di anticipare.
Divertimento, adrenalina, emozioni, spettacolo, ecco la cornice della final four di Montecatini, davanti ai tifoserie innamorate numerose e… rumorose.
A proposito di presenze, c’è anche il brasiliano Bebeto tra i grandi ospiti del PalaMadigan. Il tecnico, campione del mondo con l’Italia a Tokyo ‘98 regala anche una preziosa anteprima: "il prossimo anno torno ad allenare da voi. Mi manca il vostro campionato".
TRENTO-MODENA. Gli errori, il leit motiv di una partita che raramente ha coinvolto. Due squadre evidentemente in compagnia di una pressione che ha finito per minare una semifinale comunque scontata. Era la partita più
‘naturale’ di questa ‘due giorni’ toscana. La potenza tecnica e agonistica dei trentini sono certezze inequivocabili anche se, in questa occasione, la pattuglia di Stoytchev non ha lasciato l’impronta. Trento ha vinto perchè era scritto; Juantorena e soci hanno vinto per quel superiore bagaglio tecnico che, a giochi lunghi, ha sfiancato un avversario discontinuo, falloso. E poi, la sua diagonale: Esko-Dennis sono sembrati solo delle sbiadite fotocopie di giocatori che negli ultimi mesi hanno portato Modena in rampa di lancio. Primi due parziali, comunque controcorrente o quasi. Trento ha faticato ha trovare il ritmo, ha faticato. Sussulti importanti dei suoi indiscussi campioni ma gioco lontano da quello che, solitamente la truppa di Stoytchev riesce a regalare. Ma poi, quando c’è stato da fare chiarezza, il muro (Sala superbo), l’attacco e una migliore predisposizione tattica hanno scavato il solco decisivo. Modena? Senza la continuità dell’asse portante, si è lentamente allontanata da un match che ha vissuto da protagonista vero solo per buona parte del secondo set, rimandando, a data da destinarsi, il ritorno in grande stile.
CUNEO-TREVISO. Si ritrovano per una sfida dove la concretezza sembra essere la parola chiave per arrivare alla finalissima. Cuneo (che in settimana ha girovagato per l’Europa per la coppa Cev) deve fare buon viso a cattiva sorte per l’ennesimo infortunio eccellente: Wijsmans. Il capitano è spettatore per un problema muscolare e, gioco forza la potenza agonistica dei piemontesi subisce uno scossone in negativo. Treviso? Nel suo motore sembra avere un Fei in… prospettiva mondial. Poi, ha una battuta precisa e concreta. Ergo, Sisley
padrona. O quasi. La continuità non è di casa, qualcosa s’inceppa, la Lannutti è una diversa Lannutti. Ergo, la semifinale ricomincia e sottorete si rivede Samuele Papi. Il ‘fenomeno’ ricuce equilibrio e tattica mentre intorno al capitano, Fei continua a cantare e portare la croce in un match decisamente bello e pieno di incertezze. Perché Cuneo, rimette ogni cosa al suo posto. Ed il suo carattere produce fiducia in prospettiva di una gara che viaggia sui binari dell’equilibrio e che può subire scossoni in ogni pallone. E tutto ciò succede sino al via del quarto parziale quando i piemontesi fanno la voce grossa mentre Treviso sembra essersi incanalato nello stradone del non ritorno massacrato, sul finire, dalle battute di Peda (5 ace consecutive), panchinaro
di lusso.
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