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Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
di Adelio Pistelli
21/11/2013
I palleggiatori fenomeni del volley alla presentazione del Libro di fefè De Giorgi
I palleggiatori fenomeni del volley alla presentazione del Libro di fefè De Giorgi
Inutile girarci attorno: il nostro sport ha qualcosa di speciale. Attenzione: non è una considerazione faziosa. E’ semplicemente l’ennesima naturale conclusione dopo tutto ciò che è accaduto, nel giro di pochissime ore, sulla linea
Modena-Monza
. Amore, commozione, spettacolo le ‘anime’ che fanno parte di due nuovi volumi che arricchiscono l’editoria del volley. Due libri sicuramente agli antipodi per ciò che racchiudono nelle proprie pagine ma che, insieme, fanno emergere una volta di più i grandi valori di chiunque viva l’ambiente della ‘palla presa a schiaffi’ . Due testi per novità editoriali straordinariamente accattivanti; due lavori che raccontano un mondo unico, che diversi altri sport provano ripetutamente a copiare ma senza mai riuscirci. Non possono riuscirci: il ‘brevetto’ appartiene ad una disciplina che, da sempre, è ricca soprattutto di sani valori, di sani principi. Un ambiente dove rispetto e amicizia sono pilastri irreversibili e, dove le emozioni sono protagoniste anche se sei lontano da una rete. Emozioni che magari non trovano la giusta cassa di risonanza ma chi le vive, alla fine si ritrova più ricco di qualcosa. A prescindere.
QUI MODENA
– L’avvocato Eugenio Golini, modenese doc e, uno dei più preparati procuratori di mondo volley, quasi sottovoce, settimane fa aveva detto: “
Preparatevi: sarà una cosa bella e grande al tempo stesso”
. Aveva ragione. L’uscita di
“Noi non ci lasceremo mai
” è una cosa bella nella sua emozionante semplicità e, grande per il suo significato. E’ il titolo del libro scritto da
Federica Lisi, la moglie di Vigor Bovolenta
(con la collaborazione di Anna Cherubini), testo destinato a lasciare l’impronta. Chi lo ha già letto lo definisce ‘una grande storia d’amore’. Chi lo deve ancora leggere e magari ha solo e curiosamente rubato qualche frase qui e là tra le 190 pagine, ha comunque già intuito di avere tra le mani un racconto che regala emozioni senza soluzione di continuità. Lui, il Bovo come la pallavolo ha sempre indicato il centrale dal sorriso permanente, che se ne va quel maledetto 24 marzo del 2012, lasciando dietro di sè dolore e interrogativi. Lei, Federica, la moglie, ex pallavolista donna tutta di un pezzo, che deve improvvisamente raccontare ai quattro piccolissimi figli (il quinto arriverà dopo qualche mese la morte del Bovo) che il babbo è andato come sempre a a giocare ma, in Paradiso. “
Però è sempre con noi e mi regala giornalmente la forza di andare avanti”.
Parla a ruota libera. Il Forum Monzani di Modena è pieno di gente con silenzio ed emozioni che fanno da cornice ai racconti di Federica. Sul perché del libro; sulle motivazioni di un lavoro che è andato avanti per mesi e mesi sapendo di avere avuto vicino il marito uomo e campione che “
ho amato, amo e amerò per sempre"
. C’è tanto volley dentro il Monzani; ci sono grandi campioni, molti dei quali hanno condiviso gioie e amarezze sportive con Vigor; ci sono decine e decine di persone semplicemente… amiche del Bovo che lo hanno conosciuto, apprezzato, che gli hanno voluto e gli vogliono bene. Persone che giorno dopo giorno, dal quel maledetto 24 marzo, hanno continuato ad alimentare la sua memoria. Federica lo sa, l’ha sempre saputo ed il suo libro carico di ricordi e aneddoti (
“che spero mi servirà per aiutare a raccontare ai miei figli chi era Bovo”
), diventa anche un prezioso regalo per il modo della pallavolo.
QUI MONZA
- Sembra un altro modo. Non è così. E’ semplicemente l’altra parte della medaglia-volley. Anche qui c’è un libro che parla del passato ma indirizzato al presente. Stavolta è solo e tranquillamente il sorriso ad essere protagonista, senza freni ma con le emozioni che continuano a dettare le condizioni. Sono quelle che procura
Ferdinando Fefè De Giorgi
mentre riporta tutti indietro nel tempo regalando divertimento e aneddoti legati alla sua straordinaria carriera, improvvisando battute, mentre ha in mano il suo
“Vademecun del palleggiatore”.
Lo ha scritto nelle lunghe giornate russe (da due anni allena a Mosca e dintorni: si fa per dire…) lontano da palestre e trasferte siberiane e non solo.
“Ho voluto dire la mia, cercando di spiegare la psicologia di questo ruolo, come interpretarlo tecnicamente e mentalmente guardando sempre alla gestione del gruppo”.
Chi è presente al PalaIper è come incantato dalle parole del piccolo-grande Fefè. L’uomo che a Squinzano (dove è nato) ha un palasport titolato a suo nome (
“Titolato non intestato altrimenti bollette, spese di gestione sarebbero deleterie”
scherza Fefè), sfodera una prestazione che innesca divertimento a tutto tondo. Prova moderarlo, lo stimola il direttore di questo sito
Lorenzo Dallari
, che ha curato la stesura del libro, mentre intorno c’è profumo di gloria.
Marco Meoni, Jack Sintini, Pupo Dall’Olio, Fabio Vullo, Manù Benelli, Maurizia Cacciatori, Rachele Sangiuliano
artisti (ieri e di oggi) del ruolo palleggiatore, per esempio, sono ‘il più ed il bello dell’appuntamento monzese dove vengono a galla a tamburo battente, ricordi, consigli, ed emozioni. Ma stavolta con contorno di solo divertimento e, allo stato puro. Però, anche l’altra faccia della medaglia volley, regala lo stesso comune denominatore del popolo della pallavolo: la sua costante voglia di stare insieme, cercando di capire, aiutare chiunque e dovunque, provando a condividere la situazione del momento.
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