Un direttore d'orchestra particolare

di Matteo Pistolesi

07/11/2014

Valerio VermiglioValerio Vermiglio
Valerio Vermiglio
"E in quelle mani ci si specchia, ci si guarda, in quelle mani si rivedono i tempi passati, si prova piacere, poesia in movimento.
Siamo nel 2005,al palazzetto di Cuneo arriva Valerio Vermiglio in maglia Sisley, è amore a prima vista, lo vedo, è diverso da tutti gli altri 23 giocatori in campo, occhi focosi e pieni di passione, occhi che trasmettono sicurezza ai suoi compagni, guida un'orchestra fatta da dei violinisti di livello mondiale, che hanno suonato nei più grandi teatri d'Europa: Samuele Papi e Alberto Cisolla.
L'arpa la suona un interprete pazzesco, Fox Fei... Non ho scelto la metafora dell'arpa a caso, attacca palle velocissime, il suo braccio scorre velocemente verso il pallone e lo sembra sfiorare come la corda di questo strumento. A completare questo grande complesso musicale ci sono ai piatti Tencati e Gustavo, ogni loro muro provoca un sordo rumore che si fa notare nel mezzo di tutta la melodia, proprio come quello delle percussioni. Ma io non ho occhi per nessuno se non per lui, li guida con maestria, cuore e sicurezza, ha quel pizzico di presunzione che fa di lui il numero uno, lo rispettano tutti, i fischi dei tifosi sono fischi di paura, il direttore d'orchestra è arrivato, e non resta che ascoltare quello che propone.
Grande uomo prima che giocatore, due mani da favola, dal vivo le più belle mani che abbia mai visto, ripeto, arriva Valerio, è amore a prima vista.
Da quel giorno ho sempre sognato di poterlo vedere a Cuneo, con la maglia giusta... Purtroppo non é mai successo, ma con Nikola non è andata poi così malaccio.
Novembre 2014, lo rivedo, gli anni passano ma l'aura che si porta dietro è sempre la stessa, gioca al centro come pochissimi altri, litiga e si punzecchia con tutti, ma nessuno gli manca di rispetto, nessuno osa controbattere. Piacenza se lo gode come un buon vino, un pò invecchiato ma buonissimo. E' di nuovo amore a prima vista, il direttore d'orchestra è tornato, e non resta che ammirare. In questo campionato forse mancano dei giocatori così, mancano orchestre come Treviso, manca un pubblico come Cuneo, manca Nikola Grbic che era un ospite fisso del programma, manca la Ghirada, il PalaVerde, mancano i primi tempi di Simon.
Tante cose mancano, è vero, ma qualcosa c'è, un grande direttore d'orchestra tornato per dirigere un'altra orchestra."
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