Una voce fuori dal coro

di Giacomo Sintini

20/02/2012

Una voce fuori dal coro
Domenica mi sono gustato insieme alla mia famiglia la splendida finale di Coppa Italia giocata a Roma. Una partita bellissima sotto molti punti di vista e specialmente sotto quello agonistico. Una finale vera, carica di tensione e di adrenalina. Mi sono divertito davvero tanto. Come immaginavo da tempo Macerata si è dimostrata l’unica formazione italiana con il potenziale necessario ad impensierire seriamente la corazzata trentina. Dall’altro lato invece quest' ultima ha nuovamente messo in chiaro che la squadra più forte è lei e che le sue capacità vanno spesso ben oltre qualsiasi immaginazione. Trento alla fine ha meritato secondo me. Ha meritato perchè non si è mai disunita, anche sotto le micidiali battute della Lube. Non ha mai mostrato crepe all’interno del suo gruppo e non ha mai smesso di cercare la vittoria, anche quando le cose si erano messe veramente male. Questo significa essere squadra, in tutti i sensi della parola.
Ora, passando ai singoli, è chiaro che non si può restare indifferenti di fronte ad un fenomeno come Juantorena. E’ impossibile non vedere quanto sia in grado di fare la differenza, quella vera, in qualsiasi momento della partita. Ma io, per non essere troppo scontato, vorrei puntare l’attenzione su un altro giocatore che a mio parere ha sempre avuto importantissimi meriti in tutte le vittorie collezionate da questa squadra.
Rafael, il regista di questi eccezionali attaccanti. Io osservo sempre molto gli alzatori, è normale, mi piace guardare e studiare i vari gesti tecnici, cercare di imparare da ognuno qualcosa, vedere come reagiscono e agiscono nei vari momenti di un incontro. E’ il mio ruolo e per questo è anche quello che seguo con maggiore interesse quando sono spettatore. E devo dire che a me Rafael piace moltissimo. E’ sempre lucido e puntuale, anche quando le fasi di gioco attraversano momenti molto caldi. E' estremamente pulito dal punto di vista tecnico. Ieri, durante la finale, ha avuto il grande merito di restare costantemente in partita a livello mentale ed emotivo, di non naufragare in una gara che sembrava impossibile da raddrizzare. Le ha provate tutte fino a quando ha trovato in Juantorena l’uomo con cui risollevare le sorti del match. Da quel momento si è messo al suo servizio e lo ha cercato con costanza, consapevolezza e puntualità, in modo da “innescarlo” a dovere e da dargli la possibilità di dimostrare ancora una volta il campione che è. Questo a me piace in un palleggiatore. Saper capire quando e come vada servito l'uomo che può portarti alla vittoria. Complimenti!!

Jack Sintini
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