Valeria Caracuta, tra azzurro e beach è estate d'oro

di Adelio Pistelli

08/07/2013

Valeria CaracutaValeria Caracuta
Valeria Caracuta
Prima della finale del campionato italiano ‘Rilastil Cup’ di beach volley di San Benedetto, era un pò preoccupata. Un paio d’ore prima si era ferita al pollice della mano sinistra e, per chi gioca a pallavolo, non è la migliore situazione. Poi, chi gioca è anche palleggiatrice, le problematiche potrebbero essere decisamente di più. Però Valeria Caracuta che, appunto, palleggiava sulla sabbia di San Benedetto con la Domar Ercolav Urbino, ne ha parlato solo dopo la finale.
Ci ha scherzato su, giustamente, dopo il successo che era anche il suo secondo personale sulla sabbia con il team di Urbino campione italiano di beach per la terza volta consecutiva. “Sono felice, sono stati due giorni importanti, mi sono divertita. Poi, vincere è sempre la migliore medicina”. Valeria era circondata dai fotografi, firmava autografi, rilanciava sorrisi e si rendeva conto di quale e quanto stia cambiando il suo panorama professionale. Il successo di San Benedetto, nella prima delle quattro tappe della Summer Tour 4x4 voluto dalla Lega (che adesso prevede coppa Italia a Porto Cesareo, All Star a Riccione e Supercoppa a Jesolo), è solo l’ultima appendice di una stagione che Valeria Caracuta vive nel segno delle personali gratificazioni. La ragioniera (è il suo titolo di studio) che ha iniziato a giocare a pallavolo bambina, che ha conosciuto la seria A nel 2008 (con San Vito) per poi andare in A1 (con Castellana) il torneo successivo, ha disputato le ultime due stagioni indoor a Busto Arsizio (il prossimo torneo di A1 sarà a Piacenza). Magari dopo il tricolore 2012, il bronzo alla Champions magari per lei e per le compagne c’erano migliori aspettative alle finali scudetto. “Non è andata come volevamo. Peccato, perché durante le semifinali con Conegliano abbiamo sprecato tanto, troppo minando il nostro cammino riconoscendo, però, alle avversarie meriti assoluti”. Le semifinali tricolori sono state le ultime volte con Busto, dopo due campionati che per Valeria hanno significato tanto, a prescindere dai risultati ottenuti. ”E’ stata una esperienza notevolissima – sottolinea con quel suo sorriso accattivante -. Ero arrivata per giocare scampoli di partita (era l’alternativa alla titolare, l’americana Lloyd ndr) poi, come sapete, lo stop improvviso di Carli mi ha catapultato sottorete senza soluzione di continuità. E’ stato bellissimo, emozionante, gratificante e dai risvolti tecnici assoluti”. E per la Caracuta, è arrivata anche la nazionale. Il nuovo tecnico Mencarelli, prima l’ha portata con se nel ritiro azzurro poi l’ha voluta titolare del team ai recenti Giochi del Mediterraneo finiti con la medaglia d’oro. Non male vero? “Non ho parole – afferma la palleggiatrice nata ventisei anni fa in provincia di Brindisi -. Sto raccogliendo tanto, sono felice. E’ tutto molto bello, spero solo di avere altre chance, di portare avanti al meglio ogni possibilità”. Il pensiero, ovviamente, è rivolto all’Italvolley ma intanto, in attesa di una nuova chiamata azzurra che, ovviamente, ha priorità assoluta sul beach, Valeria si diverte a palleggiare sulla spiaggia e dare quel tocco in più per aiutare a vincere. Come è successo proprio a San Benedetto, soprattutto nella semifinale contro la Sicilconad Rio Bum Bum Soverato, squadra carica di campioni e, da anni rivale storica di Urbino. E’ stata una partita intensa, ricca di colpi di scena e tanto vento che ha condizionato le sfide del campionato italiano sull’arenile marchigiano. Lei, Valeria, ha fatto la differenza con la palla spinta e soprattutto con l’alzata in bagher, difficile da attuare perché c’era da ‘addomesticare’ proprio il vento. E’ stata la Caracuta a mettere nelle condizioni migliori Kenny Moreno e compagne per arrivare al titolo italiano. E il prossimo fine settimana il Summer Tour farà tappa a Porto Cesareo: in palio, appunto, la coppa Italia. “E’ dalle mie parti – afferma la palleggiatrice pugliese -. La scorsa stagione di beach ho perso la coppa proprio a due passi da casa mia, stavolta vorrei rifarmi”.
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