Vorrei essere libero!

di Luciano Pedullà

23/10/2011

Vorrei essere libero!
Molti risultati a sorpresa nella terza giornata del campionato, numerosi gli errori durante le azioni di gioco, tanti soprattutto in attacco e in ricezione. Facendo una valutazione meramente statistica, nel corso delle gare disputatesi lo scorso week end più di un quarto dei punti sono stati realizzati attraverso errori tecnici: addirittura uno ogni sette è stato guadagnato da ricezioni sbagliate, un terzo delle quali commesse dai Liberi. Se ad esempio prendiamo in considerazione questo ruolo, si osserva la quantità di ace subiti dalle specialiste di seconda linea, ma anche il fatto che appena tre Liberi su dodici sono riuscite a superare la soglia di 50% di palle eccellenti (#) quella cioè che permette alle palleggiatrici di distribuire il gioco a loro piacimento. E’ un brutto segnale che evoca un decadimento tecnico e che rischia di riportare indietro di molti anni la pallavolo femminile. Andatesene all’estero molte campionesse, nel Campionato Italiano non rimane che lavorare in palestra con grossa abnegazione, assemblando le tecniche fondamentali con esercitazioni costanti e certosine, spesso ritenute monotone e inutili. La sensibilità individuale, l’allenamento alla situazione di gioco e la relazione con il compagno crescono però con la quantità di ripetizioni effettuate; manca di sovente lo spirito e la motivazione all’organizzazione di un lavoro di questa qualità, e non sempre può bastare la spinta dell’allenatore. L’attenzione deve arrivare dalle stesse giocatrici, dall’ambiente e dall’impostazione che una squadra deve avere nella ricerca del risultato. L’analitico prima del globale, soprattutto in quei fondamentali che hanno forte componente tecnica come la ricezione e l’attacco. E’ allarme rosso nella pallavolo femminile italiana che dovrà cercare di confermarsi ad alti livelli. Dopo le Olimpiadi di Londra del prossimo anno, dovrebbero esserci in Italia (condizionale d’obbligo) i Mondiali femminili nel 2014, appuntamento di altissima importanza, al quale la nazionale azzurra non deve farsi trovare impreparata se vuole propagandare la disciplina e raccoglierne l’entusiasmo di un giovanissimo pubblico; lo spettacolo è dato dall’agonismo in campo, ma è la bellezza tecnica che rappresenta l’apice di un evento, poi consacrato dal risultato finale. In questo momento molti degli aspetti citati mancano e capita di sentire, sfortunatamente spesso, commenti negativi sull’andamento delle gare, sia dal pubblico appassionato, piuttosto che da quello tecnico. E’ un segnale al quale bisogna dare una risposta immediata attraverso l’attività in palestra, ritrovando le capacità che i tecnici, che hanno contribuito alla formazione dei migliori talenti italiani, hanno spesso portato in campo con esercitazioni di quantità e di precisione. Solo così si possono evitare i 266 errori, in sei partite, che hanno contraddistinto la terza di campionato, con una media di circa 45 punti a gara, nelle quali, sfruttando le negligenze degli avversari, basta fare solo 15 punti per vincere un set. Solo Villa Cortese, Parma e Urbino hanno evitato in tal senso di fare regali agli sfidanti, e se per le lombarde e le emiliane la gara con Chieri e Pavia permetteva una capacità di controllo lucido della partita, per le Urbinate la pressione esercitata da un avversario come Modena, per giunta con favore del terreno amico, poteva far perdere la testa alla squadra diretta da Salvagni. Le marchigiane, invece, nonostante la rivoluzione del sestetto subita quest’estate, hanno risposto con ordine proponendo perentoriamente le proprie ambizioni da protagonista. La prossima giornata, il 30 di ottobre, sarà disputata con formazioni fortemente incomplete, per le convocazioni alla World Cup, che dovranno integrarsi con elementi dei propri giovanili, in alcuni casi di giocatrici partecipanti addirittura nei campionati provinciali. Almeno per rispetto del pubblico pagante e degli abbonati si dovrebbe pensare di spostare la giornata in un periodo agonisticamente più corretto: siamo ancora in tempo! In conclusione lasciatemi fare un ricordo per il grande Marco Simoncelli che se ne è andato mentre inseguiva il suo sogno: ciao Sic! 
Sigla.com - Internet Partner