Workshop di Milano di sabato prossimo. Lorenzetti: "Sarà un grande momento di confronto"

09/09/2013

Angelo Lorenzetti e Lorenzo DallariAngelo Lorenzetti e Lorenzo Dallari
Angelo Lorenzetti e Lorenzo Dallari
Definito affettuosamente da Lorenzo Dallari come un “animale da palestra di dimensioni bibliche, capace di tradurre in pratica tutti gli studi che porta avanti fin nei minimi particolari”, Angelo Lorenzetti è anche il simbolo della continuità del Workshop, dove è stato relatore anche lo scorso anno. “Lorenzo è esagerato – si schernisce subito Lorenzetti – si è lasciato trascinare dalla nostra amicizia. Ha trovato una definizione molto bella e originale ma la estenderei a tutti gli allenatori. Poi è chiaro che magari chi lavora principalmente sui settori giovanili, è più portato ad entrare nei particolari perché è chiamato a garantire il miglioramento dei singoli gesti tecnici, della gestione delle situazioni tattiche e di quanto concerne la crescita individuale e di squadra”. Lorenzetti poi specifica ulteriormente: “Con questo non voglio dire che i tecnici che operano con atleti già di livello, non analizzino ogni più piccolo particolare. Lo fanno chiaramente anche loro, ma in modo diverso perché diversa è la situazione che devono affrontare”.
E, a proposito di situazioni da affrontate, essendo stato relatore anche lo scorso anno, nel Workshop rappresenti la continuità… “Per me è un piacere tornare al Pavesi per una simile occasione. Il Workshop è un momento importante di confronto e di crescita per gli allenatori che partecipano ma anche per noi relatori”. Lorenzetti fa poi un esempio di questa importanza: “Lo scorso anno, quando era strutturato in due giornate, oltre alle lezioni e al successivo scambio di opinioni, fu molto importante la serata. Ci ritrovammo con gli allenatori a cena e fu come quando si va a mangiare la pizza con gli amici. Nacque un confronto ancora più diretto che esulò anche dagli argomenti trattati nel Workshop”. Un appuntamento che si propone come “diverso” dagli altri… “C’è maggior occasione di confronto e sono certo che anche quest’anno sarà così. La speranza è che tutti tornino a casa con una bagaglio di notizie più ricco ed anche con qualche dubbio in più”. Dubbio? “Si, dubbio! Perché è sempre pericoloso vivere solo di certezze. Alla lunga si finisce per adagiarsi e ci si cristallizza sulle proprie posizioni e sui propri schemi senza più crescere e migliorarsi. E per tutti, ma soprattutto per gli allenatori, questa è la cosa peggiore”.
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